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Unione Europea Vs libertà d’informazione?

Domani potrebbero cambiare le sorti di molte persone. L’incipit vi potrebbe sembrare screziato di toni catastrofici, un’esagerata espressione

Purtroppo non è così, il problema è nato già alcuni anni fa, ma solo in questi giorni si sta palesando in maniera evidente. Perché proprio in questi giorni, il 5 luglio 2018 il Parlamento europeo deciderà se accelerare l’approvazione della proposta di direttiva sul diritto d’autore nel mercato unico digitale.

Tutto ha avuto inizio tra il dicembre del 2015 ed il settembre del 2016, quando venne appunto proposta una direttiva che servisse ad “armonizzare” (uniformare, rendere coerente) il quadro normativo europeo in materia di diritto d’autore. Come ben sa ogni professionista che lavora nell’ambito legale, la branca del diritto d’autore è materia a volte molto ostica e complessa.

Essa fa riferimento ai diritti, ed alla tutela degli stessi, di chi crea contenuti originali, questa in buona sostanza è la definizione del diritto d’autore. Chiunque legga, probabilmente si troverà d’accordo la definizione, perché è giusto tutelare gli artisti, gli scrittori, i registi e tutte quelle persone che creano e che diffondono opere digitali originali.

Questo in buona sostanza è sacrosanto, e sono pienamente consapevole che devono esserci leggi a tutela di tutto ciò, leggi e regolamentazioni che evitino il proliferare di contenuti illegali, il fenomeno della pirateria e dello sfruttamento illegale di contenuti protetti da copyright.

Cerchiamo di capire chi sono “gli attori” in gioco: sostanzialmente sono due, la Comunità Europa con i cittadini che vi risiedono ed il resto del Mondo. Il Parlamento Europeo per evitare la frammentazione eccessiva, ha elaborato una proposta di direttiva che tuteli tutti i soggetti coinvolti nella diffusione di contenuti protetti dal diritto d’autore nei paesi extra UE.

Il testo integrale della proposta del Parlamento Europe e del Consiglio, è disponibile a questo indirizzo. Ad oggi (4 luglio) la direttiva non è stata approvata, il testo originale contiene 24 articoli ma solo due di questi hanno suscitato un’opposizione da parte di diversi soggetti, come la comunità scientifica, gli editori, gli esperti di internet delle istruzioni culturali e molti altri. Gli articoli “incriminati” sono: l’Articolo 11 e l’Articolo 13.

Articolo 11 – Proposta di direttiva sul diritto d’autore

Cosa propone l’articolo 11: La comunità Europea, riconosce i diritti ai soggetti che pubblicano opere a carattere giornalistico, come ad esempio le testate giornalistiche online dei vari quotidiani, ma il loro diritto non pregiudica quello delle fonti alle quali attingono.

Snippet EvoSmart

Se la norma venisse approvata consentirebbe ai detentori originali del diritto di richiedere una licenza per l’utilizzo delle loro opere, pensate ad esempio alle varie testate giornalistiche che pubblicano articoli con rimandi alle più disparate fonti. Quelle stesse fonti, potrebbero richiedere il pagamento di una sorta di “tassa”, alla stregua della “link tax” spagnola che definisce proprio il rapporto tra le testate giornalistiche e i motori di ricerca e gli aggregatori di notizie.

Sostanzialmente la tassa si applicherebbe ai ritagli di pubblicazioni (come gli “snippet” qui sopra) che saranno vincolati ad una vera o propria licenza di utilizzo.

Articolo 13 – Proposta di direttiva sul diritto d’autore

Cosa propone l’articolo 13: la direttiva attuerebbe una sorta di filtro che monitorerebbe ed impedirebbe eventualmente la pubblicazione su piattaforme online di materiale protetto dal diritto intellettuale.

La regola è semplice: “a monte” c’è chi ha creato il materiale ORIGINALE, il quale ha tutti i diritti dello sfruttamento delle sue opere, “a valle” chiunque lo sfrutti, che DEVE PAGARE lo sfruttamento commerciale di un’opera non sua.

Sembra proprio che l’articolo 13 sia stato creato per arginare uno scenario futuro nel quale i piccoli editori, che non possono pagare ogni singolo contenuto non originale, finiscano poi per evitare di inserire del tutto le fonti, cioè le attribuzioni del diritto d’autore originale. Questa proposta di legge Europea potrebbe minare, nel campo dell’editoria online, molte testate e molti piccoli editori che non riuscirebbero di fatto a sostenere i costi delle attribuzioni.

Gli attivisti per la libertà su internet vedono in questa proposta una limitazione della circolazione dei contenuti che potrebbero venir sovrastati dal peso dei grandi editori, come accennato poco sopra. Anche le grandi aziende ed i colossi “tech” sono preoccupati, in quanto contrari alla gestione del flusso delle informazioni sulle proprie piattaforme. Pensate ad esempio ad un colosso come Google, che dovrebbe fare da filtro sul materiale pubblicato per verificarne la legittimità o meno. In ballo ci sono anche i flussi investimenti pubblicitari monetizzati fino ad oggi.

Essendo coinvolti in prima persona come sito online d’informazione tecnologia, ci siamo sentiti di approfondire un po’ di più questa tematica, per quel che la piattaforma possa permetterci abbiamo cercato di fornire un quadro quanto più completo di quello che potrebbe accadere nei prossimi mesi.

La decisione deve essere confermata dal Parlamento europeo in una seduta plenaria, prevista per il 5 luglio 2018 ma la votazione finale è prevista per dicembre 2018 o gennaio 2019.

Immagine di copertina: Fudaryli

Proposta di legge del Parlamento Europeo a questo link.

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