Apple ha presentato da pochi giorni i nuovi Apple Watch 8, SE e Ultra, rinnovando di fatto tutta la lineup in un colpo solo. A dispetto delle importanti novità introdotte con Apple Watch Ultra e le importanti migliori hardware di Apple Watch SE, Apple ha deciso di mantenere intatta a partire da Apple Watch 6 una componente chiave: la CPU integrata.
Leggi anche:
- iOS 16: la lock screen si potrà personalizzare con le app di Google!
- Apple: ci sarà un nuovo Keynote ad Ottobre? Ecco cosa verrà annunciato
- Google interrompe lo sviluppo del nuovo Pixebook
CAMBIA IL NOME DEL SIP MA LA CPU INTEGRATA RESTA LA STESSA A PARTIRE DA APPLE WATCH 6
Già con Apple Watch 7 la questione non era certo rimasta inosservata: allora lo smartwatch di casa Apple portava un design rinnovato con schermo ancora più ampio, mentre il System in Package (SiP) cambiava di versione con l’arrivo di Apple S7. A dispetto del nome però all’interno abbiamo la stessa CPU integrata all’interno del chip S6.
Cambiando il nome ai chipset presenti all’interno di Apple Watch l’azienda di Cupertino ci ha mentito? In realtà non del tutto, nei nuovi SiP sono effettivamente presenti nuove componenti che ne giustificano il cambio di nome. A restare invariata è la CPU integrata, quella responsabile della potenza di calcolo nuda e cruda.
A conferma di ciò, Apple ha confrontato le prestazioni del SiP dei nuovi Apple Watch con il chip S6, il SiP di Apple Watch 6, non con S7. L’aumento di prestazioni? Un 20% di velocità in più nell’apertura delle app. Non fermiamoci però al capitolo prestazioni.
Se è vero che uno smartwatch non ha bisogno della stessa potenza di calcolo di uno smartphone, perché non rinnovare la piattaforma per puntare ad una maggiore efficienza energetica? Con Apple Watch 8 l’azienda di Cupertino si è “accontentata” mantenendo gli stessi dati di autonomia di Apple Watch 7. Questo discorso non include Apple Watch Ultra che comunque ottiene la sua grande autonomia grazie ad una batteria più capiente.
Mantenendo la stessa CPU integrata di Apple Watch 6, Apple decide di mantenere lo stesso processo produttivo a 7 nm. Si tratta di un processo produttivo introdotto con il chip A13 Bionic di iPhone 11, poi superato dai 5 nm di A14 Bionic e dai 4 nm di A16 Bionic. Un miglioramento del processo produttivo non serve solo ad aumentare le prestazioni ma può essere sfruttato per aumentare l’efficienza diminuendo i consumi. Questo è possibile grazie alla distanza sempre più ridotta tra i nodi all’interno del chipset.
Apple potrebbe aver deciso di aspettare l’introduzione del processo produttivo a 3 nm per rinnovare finalmente la CPU integrata di Apple Watch. C’è da dire che la crisi dei semiconduttori di certo non ha aiutato, ma alla fine solo Apple conosce a fondo i veri motivi della sua scelta.
Via: Macitynet