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Chiesta la sospensione dell’applicazione Telegram: ecco cosa sta succedendo

Negli ultimi anni il modo di comunicare è particolarmente cambiato, i social hanno preso il sopravvento e con essi anche le varie piattaforme di messaggistica. Whatsapp è l’applicazione più utilizzata al mondo, essa fornisce (tramite la rete dati) un servizio ottimo per la comunicazione e in moltissimi lo ritengono un posto piacevole dove comunicare con amici e parenti.

Quest’ultima però, non è l’unica applicazione! Ciò che ha preso il sopravvento si chiama ” Telegram”, la piattaforma di messaggistica più amata da chi crea gruppi di lavoro e quant’altro. Tuttavia sembra essere sempre un passo avanti rispetto al rivale Whatsapp. Questo vantaggio è verificabile e dimostrabile attraverso molti aspetti.

TELEGRAM POTREBBE ESSERE SOSPESO IN ITALIA

Dopo varie polemiche, Telegram è tornato al centro dei rumor, ma per quale motivo? Stando alle notizie, la FIEG (Federazione degli Editori di Giornali) avrebbe chiesto la sospensione dell’applicazione attraverso un comunicato. Sembrerebbe che l’utilizzo di tale applicazione sia spropositato e a favore di distribuzioni illecite riguardanti le testate giornalstiche.

telegram: arrivano i quiz

L’ utenza dei canali sotto accusa sarebbe particolarmente in crescita, tuttavia non è da escludere una particolare condivisione dei PDF anche con utenza Whatsapp e Facebook Messanger. La domanda che forse si stanno ponendo un po’ tutti è forse riguardante il perchè la chiusura totale del social, anzichè l’abolizione dei gruppi o canali individuati. Presto ne sapremo sicuramente di più.

La diffusione di giornali a titolo gratuito starebbe facendo registrare delle perite davvero importanti. Di seguito le dichiarazioni:

la stime delle perdite subite dalle imprese editoriali è allarmante. In una ipotesi altamente conservativa, stimiamo 670 mila euro al giorno, circa 250 milioni di euro all’anno: un dato di fronte al quale confido che l’Autorità di settore voglia intervenire con fermezza e tempestività”.

Al rischio del consolidamento di una pratica illecita, quella di leggere gratuitamente i giornali diffusi illecitamente via chat, si aggiunge quello di veder distrutti il lavoro e gli investimenti delle migliaia di persone che mantengono in vita la filiera produttiva della stampa: dagli editori ai giornalisti, dai poligrafici, ai distributori e agli edicolanti, tutti impegnati, tra molti sacrifici, a garantire la continuità di un bene primario, quale quello dell’informazione, che, mai come in questo momento, è chiamato ad assolvere la sua più alta funzione di diritto costituzionalmente garantito

Fonte: fieg

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