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Un metodo SICURO per installare le app Google su Huawei? Scopriamo GBOX

Tre anni. Tre lunghi anni. Tanto è trascorso dalla conferma del ban nei confronti di Huawei, che di fatto ha allontanato le persone dal brand, dopo una (meritatissima) ascesa maturata a suon di best seller. Ma Huawei è tutt’altro che morta, per questo crediamo che molti utenti (dipendentemente da abitudine ed esigenze) possano far fronte ai limiti fisiologici legati all’assenza dei GMS.

La questione GMS sui dispositivi Huawei è stata quindi affrontata e sviscerata In molti modi: procedure complicatissime funzionanti solo su alcuni firmware, app cinesi che mandavano i nostri dati anche al cugino di Xi Jinping, app piene di pubblicità e quant’altro. Proprio per questa ragione abbiamo accolto con curiosità ed interesse l’uscita di Gbox, un parente stretto di Lighthouse (disponibile però in mercati diverso dal nostro). Niente pubblicità, buona compatibilità con più di un’applicazione e (almeno per ora) nessuna connessione sospetta. Il principio di funzionamento è analogo a quello di Gspace, andando di fatto a creare una sandbox, un contenitore dove all’interno gireranno le app di Google (ed app non direttamente sviluppate da Big G che però necessitano tassativamente dei GMS per funzionare). L’elenco completo delle app supportate è disponibile a questo indirizzo.

Come si installa?

Niente di più semplice. L’app è disponibile su App Gallery, quindi basterà cercarla all’interno del box di ricerca ed installarla. Alternativamente, trovate il file APK sul sito ufficiale di Gbox (addirittura anche per sistemi a 32bit) per poter eseguire un’installazione manuale. L’app vi guida nell’assegnazione dei permessi necessari, quindi la procedura è letteralmente alla portata di tutti.

I permessi richiesti sono quelli essenziali, necessari per poter gestire gli account Google e accedere ai file presenti sul dispositivo. Una volta aperta l’applicazione, avrete a portata di mano l’elenco delle app supportate.

A quel punto basterà fare tap sull’applicazione che vogliamo installare e confermare con INSTALLA.

Ci potranno essere dei casi in cui, sfortunatamente, l’installazione diretta non avvenga con successo per qualche problema di compatibilità con il dispositivo. In tal caso niente panico, andando nella sezione APP AVAILABILITY sul sito ufficiale troverete la possibilità di forzare manualmente l’installazione tramite APK. È quello che mi è accaduto ad esempio con Maps, che sono riuscito ad installare senza intoppi proprio in questo modo.

 

Potete riconoscere le app che sono state correttamente installate attraverso Gbox (vedi lo splash screen).

Cosa funziona e cosa no?

La compatibilità tra le app e i dispositivi può non essere totale, tuttavia non ho avuto nessun tipo di problema o di bug attualmente. Ricordatevi però che questo non sostituisce il Play Store (che non è presente in forma completa): si tratta piuttosto di un ambiente che “accoglie” le app di Google (che, come specificato nelle FAQ, sono assolutamente untouched e non modificate).

Maps, Google One, Drive,  Google Photo, Youtube e la suite di Office di Google funzionano impeccabilmente. Anche le app non direttamente supportate in molti casi funzionano: sono riuscito, grazie alla funzionalità “Clone”, ad installare ed utilizzare con successo YT Studio.

Qua sotto vedete il prima… e il dopo! Basta procurarsi l’APK dell’App di cui avete bisogno (ad esempio tramite Petal Search o tramite vari servizi che forniscono APK) e clonare l’applicazione affinché possa funzionare all’interno della sandbox creata da Gbox.

Cosa non funziona? Difficile stilare un elenco completo, ma sostanzialmente servizi profondamente integrati nel sistema operativo, come Android Auto, non possono funzionare. Non funziona nemmeno la VPN che viene omaggiata da Google agli abbonati Google One. La maggior parte delle applicazioni che ho testato comunque funziona, e funziona bene.

Speriamo che questa guida vi possa essere utile, sentitevi liberi anche di contattarci su Telegram per qualsiasi domanda o dubbio.

NOTA BENE: sebbene abbiamo raccolto più informazioni possibili sull’operato dell’azienda e sebbene abbiamo (compatibilmente con i mezzi di cui disponiamo) verificato l’assenza di connessioni anomale, non possiamo garantire che in futuro (a causa di implementazioni presenti a seguito degli aggiornamenti o a causa di qualsiasi altra variabile) questo si possa rivelare a prescindere il metodo più sicuro. Tutta la procedura è a rischio e pericolo dell’utente.

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