La smart band probabilmente più venduta al mondo: con questi presupposti, non credo ci sia bisogno di ulteriori presentazioni su un prodotto che ha avvicinato al mondo degli indossabili milioni di persone. Sotto i riflettori però stavolta abbiamo la variante “Pro” della Xiaomi Smart Band 8 (che resterà sempre Mi Band nel cuore di tutti), che rispetto alla Band 7 Pro guadagna un display più ampio, una batteria maggiorata e il supporto al GNSS (la localizzazione via GPS, per intenderci), tutto ad un prezzo interessante.
Estetica, Materiali e Display
Più vicina ad un orologio, che ad una Smart Band, Xiaomi Smart Band 8 Pro diventa anche più grande rispetto alla precedente versione e migliora nei materiali. Attenzione, la scocca non è in metallo, ma è placcata in metallo, dettaglio importante ma che non toglie niente alla buonissima qualità costruttiva del prodotto, che sicuramente risulta all’occhio e al tatto sensibilmente più pregiata rispetto ad un qualsiasi smart band. Il cinturino è in TPU ed è comodo e saldo, grazie al sistema di aggancio ben fatto (rinnovato). Xiaomi ha puntato molto su questo, infatti la Band 8 Pro arriverà con una serie di cinturini ufficiali di diversi colori e materiali per accontentare più utenti possibili.
Anche il display è migliorato sia nella diagonale (da 1.64 a 1.74″) sia nella luminosità massima, che passa da 500 a 600 nits, un valore che non consente comunque una leggibilità impeccabile sotto la luce del sole ma comunque valido. La luminosità si può regolare automaticamente ed il sensore funziona piuttosto bene. In generale quindi un ottimo display, che gode anche di una buona definizione (336ppi). La protezione è offerta da buon vecchio Gorilla Glass 3: in soldoni, fate attenzione perché la resistenza ai graffi è solo nella media.
Hardware, OS e autonomia
Trattandosi di una smartband -per quanto le sembianze siano più quelle di un orologio- non ci sono dettagli sul SoC e sulle specifiche: non c’è uno spazio per lo storage a disposizione dell’utente e non c’è un sistema operativo dedicato. O meglio, Xiaomi ha iniziato una convergenza tra i dispositivi intelligenti della casa, per cui anche la Smart Band 8 Pro è animata da una versione specifica di Hyper OS. Non a caso l’estetica del software è molto simile a quella che avevamo già visto sull’ottimo Redmi Watch 4. Il parco applicazioni è limitato a quelle preinstallate, non siamo di fronte ad un sistema operativo come Wear OS, ma mi auguro che nessuno si aspetti tanto da una smart band. L’interazione con le notifiche è limitata e alcune emoji non vengono riprodotte, però non si ha comunque la sensazione che manchi qualcosa. Anche la vibrazione è ben udibile. Sveglia, meteo, controllo della fotocamera e anche la sincronizzazione con il calendario (pure su iPhone) ci sono e funzionano. Ho avuto un bug sul controllo della fotocamera, che non mostra l’anteprima dell’orologio su iOS (lo scatto invece viene eseguito). Non ho ben compreso se si tratti di un vero e proprio bug o se l’anteprima non sia supportata e possa essere utilizzato solo per eseguire fisicamente lo scatto. Vi terremo aggiornati.
L’autonomia è un dato molto complesso da fornire su questo dispositivo: Xiaomi stessa dichiara un’autonomia che varia da 6 a 14 giorni, un range tanto ampio quanto verosimile. Nel caso attiviate (come ho fatto io) tutti i monitoraggi (come respirazione e sonno con analisi della fase REM) e l’AOD (intelligente) effettivamente si fanno circa 5 giorni. Già disattivando l’AOD si guadagnano 2-3 giorni, mantenendo i monitoraggi standard si arriva a circa una decina di giorni. Una buona autonomia sicuramente.
App e Sensori
Mi Fitness è compatibile sia con iOS che con Android e condivide le stesse funzionalità indipendentemente da brand dello smartphone e sistema operativo, un dettaglio non trascurabile che apprezzo. L’unica vera distinzione riguarda la todo list, che nel caso non si abbia uno smartphone Xiaomi con l’app Note preinstallata va gestita direttamente da Mi Fitness. Non un gran problema, onestamente.
Mi Fitness è un’app molto semplice, che non offre il livello di dettaglio che potreste trovare (per fare un esempio) nell’app di Fitbit, ma nonostante questo sta maturando a vista d’occhio e per un utente standard (che poi è il target di una smart band come questa, non certo rivolta ad esperti e professionisti) è ottima, perché coniuga semplicità di utilizzo e chiarezza nel mostrare le informazioni. Ci sono tante possibilità di personalizzazione dei quadranti ed alcuni di questi hanno dei widget chiamati (senza troppa fantasia) “complicazioni”. Lo store dei quadranti è comunque ben nutrito e sarà difficile non trovare quello giusto.
Le modalità di allenamento sono numerose (circa 150) ed ho apprezzato il modo in cui vengono gestite. C’è un sistema di rilevamento automatico dell’allenamento (che impatta sulla batteria) e tutte le modalità sono più o meno guidate e personalizzabili sia negli intervalli che nella durata con l’ausilio del GPS, che funziona molto bene, aggancia rapidamente il segnale ed è preciso. Naturalmente durante le attività di allenamento vengono monitorate sia la saturazione che la frequenza cardiaca. Non sono presenti altri sensori come bussola e barometro. Tutte le funzionalità presenti si basano infatti sull’analisi dei dati rilevati dal pulsossimetro, dal sensore ottico per il battito cardiaco e dai sensori di movimento (accelerometro e giroscopio).
Il monitoraggio del sonno e della respirazione mi hanno sorpreso: per un dispositivo così semplice la precisione (pur non totale) è più che buona e sebbene alcuni dei valori restituiti come il livello di stress e il “punteggio vitalità” (che determina il modo in cui l’attività fisica stia impattando in positivo sulla nostra salute) siano prettamente didattici, restituiscono uno specchio abbastanza fedele del nostro livello di benessere, pur non avendo alcuna pretesa di tipo scientifico. Tramite l’app è possibile anche visualizzare l’indicatore PAI, ormai entrato nella quotidianità di chi utilizza smartwatch e smart band. All’interno di Mi Fitness ognuno di questi parametri è dotato di una spiegazione contestuale che spiega anche quali sensori sono coinvolti nell’analisi di queste informazioni. La stima dei passi è mediamente precisa, sebbene rispetto ad Apple Watch in determinati casi ci sia una leggera sovrastima. Non c’è il monitoraggio della variazione di temperatura, mancando un sensore dedicato.
Mi Fitness è in grado di collegarsi sia a Google Fit che all’app Salute di Apple, così come con Strava.
Prezzo e conclusioni
Voglio fare una piccola polemica sul prezzo. Noi ovviamente conoscevamo il prezzo di commercializzazione (79,99€), ma durante la presentazione è stato indicato il prezzo di lancio locale, ossia 69,99 €. Questo mi ha fatto sentire un po’ sfortunato: ok la maggiore tassazione, i costi da affrontare per le aziende per offrire i 24 mesi di garanzia, ma non parliamo della differenza tra il prezzo italiano e quello cinese: ci riferiamo al prezzo proposto in Spagna. 10 euro di differenza non sono pochi e ritengo un po’ ingiusta questa disparità. La cifra richiesta da Xiaomi su mi.com è corretta, il prodotto merita davvero ed è un anello di congiunzione interessante tra una band e uno smartwatch, ma avrei preferito ovviamente un’offerta lancio più aggressiva. Nel corso del tempo sicuramente sia su mi.com che altrove sarà possibile trovare prezzi estremamente vantaggiosi, per cui non mancherà l’occasione di fare ottimi affari. Dategli un’occasione, perché Xiaomi Smart Band 8 Pro merita e chiamarla solo band sarebbe riduttivo.