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Recensione Poco F6: Più luci che ombre

A distanza di pochissimi giorni dalla recensione di Poco F6 Pro, un bellissimo prodotto proposto ad un prezzo a fuoco, siamo pronti per parlarvi della versione “liscia”, che promette molto bene. Ma le promesse vanno anche mantenute: scopriamo se Poco F6 ci sarà riuscito.

Scheda tecnica
* SoC: Qualcomm Snapdragon 8S Gen. 3
* RAM: 8/16GB LPDDR5X
* Storage: 256/512GB UFS 4.0 (non espandibili)
* Display: 6.67″ OLED 120 Hz, sampling 480 Hz, 1220x2712px, 2400 nits di picco (500 luminosità tipica, 1200 HBM), PWM dimming 1920 Hz
* Fotocamere:
* Main 50 MP f/1.59 con OIS (Sony IMX882)

* Ultrawide 8 MP f/2.2 (Sony IM355)

* Anteriore 20 MP f/2.2 (Omnivision OV20B)
* Video: 4k 60fps (main), 1080p 60 fps (front), 1080p 30fps (uw)
* Connettività: 5G, Wi-Fi 6, Bluetooth 5.4, NFC, dual SIM (no eSIM), GPS

* Sensori e porte: Accelerometro, bussola, prossimità (virtuale), luce ambientale, fingerprint (under display), giroscopio, speaker stereo, infrarossi
* OS: Hyper OS basato su Android 14 (patch di marzo 2024 al momento della recensione)
* Batteria: 5000 mAh con ricarica a 90W (0-100% in 35 minuti)
* Dimensioni: 160.5×74.4×7.8mm

* Peso: 179g

Unboxing

La confezione comprende:

  • Il telefono
  • Estrattore SIM
  • Cavo USB
  • Caricatore 90W
  • Pellicola preapplicata
  • Cover
Poco F6
Poco F6

Estetica e Materiali

A differenza di Poco F6 Pro il design di Poco F6 è molto più sobrio, meno coraggioso, ma non per questo meno interessante. Condivide il posizionamento delle cam con molti “parenti” della gamma di Xiaomi ma con una sua originalità, a partire dalle cromature intorno alle due fotocamere posteriori (miracolosamente non c’è nessun’altra cam a fare numero) e intorno al flash led, molto carino, fino ad arrivare alla scelta dei colori, tra cui spicca sicuramente quello che viene chiamato “Titanium”, come chiaro riferimento alla moda introdotta da Cupertino (è indiscutibile che Apple, nel bene e nel male, eserciti una certa influenza in certe soluzioni proposte da altri brand, non necessariamente competitors diretti). Ovviamente di “titanio” c’è solo il colore, Poco F6 è realizzato interamente in policarbonato, ma la resa visiva generale è piacevole. Frontalmente le cornici -pur non simmetriche- sono abbastanza ridotte. Il peso è contenuto (179 grammi) e il telefono si tiene molto bene in mano nonostante le dimensioni abbastanza generose (soprattutto in altezza, dove si superano i 16cm).

Poco F6
Poco F6

Batteria e connettività

C’era una certa curiosità intorno allo Snapdragon 8S Gen. 3, di cui parleremo nel capitolo dedicato alle performance, che prometteva un bilanciamento tra prestazioni e consumi superiore a quanto visto in passato. I 5000 mAh con ricarica a 90W (0-100 in 35 minuti, no wireless) rappresentano un valore standard ormai nei medi gamma (vorrei vedere più spesso capacità ancora maggiori) e Poco F6 non è un campione di autonomia in senso assoluto, ma si difende bene e soprattutto il comportamento è sorprendentemente regolare. E’ ovvio che in mobilità (e all’aperto, con la luminosità del display sempre al massimo) i consumi aumentino, ma in maniera relativamente misurata, senza certi disastri che talvolta capita di vedere con altri smartphone, magari dotati di SoC persino meno prestanti. A me non piace “dare i numeri”, perché ciascun utente utilizza app diverse, in contesti diversi, con operatori differenti, rendendo i parametri numerici un po’ imprecisi e sostanzialmente inaffidabili, ma se dovessi fare una media ponderata dell’utilizzo fatto in questi giorni siamo con buona approssimazione tra le 5 e le 6 ore di schermo, che possono anche diventare di più (molte di più) con utilizzo casalingo.

In termini di connettività Poco ormai da anni (qualcuno ricorderà le difficoltà di Poco X3 NFC) offre una solidità invidiabile. Abbandonata Iliad per Vodafone, ho provato questo smartphone proprio con questo operatore (e anche con Uno Mobile, sempre sotto rete Vodafone) e mi sono trovato benissimo. Anche durante gli spostamenti non ha perso un colpo, cambi cella veloci e puntuali, rete dati performante e nessuna interruzione. Rispetto a Poco F6 Pro perdiamo la connettività Wi-Fi 7 ma le prestazioni restano ottimali. Nessun problema nemmeno con gli altri apparati radio come Bluetooth e NFC. Anche qui manca la e-SIM, mancanza sicuramente più perdonabile rispetto a Poco F6 Pro.

Poco F6
Poco F6

Display, vibrazione, audio e sensori

Poco F6 Pro aveva un display 2K luminosissimo e non distante da smartphone di fascia anche più alta: qua le specifiche si ridimensionano, ma nemmeno troppo. L’unico dato significativo è quello sulla luminosità massima: sul sito ufficiale, con la massima trasparenza, sono riportati tutti i valori di luminosità, non solo i 2000 nits di picco che come ormai sappiamo rappresentano un valore che mai si raggiungerà nell’uso quotidiano. Parliamo di 500 nits di picco e di 1000-1200 nits HBM, valori nella media che si traducono in un’esperienza comunque positiva, anche in giornate assolate. Non vi abbronzerà con la sua luce incredibile, ma vi permetterà di vedere i contenuti con sufficiente tranquillità. In modalità gaming il touch sampling arriva a 480 Hz, un valore adeguato. Il display è protetto da un Gorilla Glass Victus. I colori sono come sempre settabili dettagliatamente, come le funzionalità di protezione occhi di Hyper OS che sono senz’altro tra le migliori nel panorama Android.

Molto molto buona la vibrazione, che mi ha fatto dimenticare le brutture di un sub-brand della concorrenza (non citato a caso, visto che la fascia di prezzo va quasi a sovrapporsi), pure ben integrata in Hyper OS. L’audio è stereo ma non è certamente un punto di forza di Poco F6: abbastanza alto ma povero nelle frequenze medio-basse. Non una grossa tragedia, ma nemmeno un qualcosa di cui andare fieri. Dove invece l’audio si difende bene è in chiamata, con una capsula piuttosto nitida. Meno i microfoni, che sono comunque abbondantemente in media. Il fingerprint under display è veloce e preciso, niente da segnalare. E il sensore di prossimità? A differenza di Poco F6 Pro abbiamo il sensore di prossimità virtuali che tante generazioni di utenti ha fatto imbestialire, ma con una rassicurazione: ormai da tempo gli algoritmi di Elliptic Labs sembrano ben rodati e molti utenti, una volta padroneggiato il movimento per accompagnare lo smartphone all’orecchio, non avranno spiacevoli sorprese. Dimenticate insomma le brutte figure in treno, i tasti schiacciati a caso con il lobo dell’orecchio o il display  che decide di riattivarsi random. L’ingranaggio sembra ormai rodato ed il funzionamento è sovrapponibile a quello di altri smartphone con sensore di prossimità virtuale di altri brand che ne fanno largo uso (come Honor e Samsung).

Software e Performance

Le differenze software tra Poco F6 Pro e il fratello minore F6 sono nulle, per cui potrei copia-incollarvi le considerazioni già fatte: al netto delle paure passate, Hyper OS è una UI matura, priva di problemi o dei bug fantasiosi ormai scomparsi con la MIUI 14. Hyper OS per Poco ha praticamente le stesse differenze che intercorrevano tra gli Xiaomi e i Poco del passato: il launcher in primis e le animazioni, molto più snelle e “ruvide” (passatemi il termine). Mancano certi dettagli (per scelta dell’azienda) che tanto fanno amare Hyper OS a molti utenti (e adesso anche a noi), una cura dei particolari nelle animazioni che -come già detto- qui sono molto più minimali. Un aspetto molto contestato riguarda le app preinstallate: sì, sono tantissime, probabilmente troppe (ma è pur vero che questi accordi commerciali non possiamo evitarli), fortunatamente disinstallabili in toto. Non si può invece disinstallare Mi Video, che nel momento in cui lo aprite e configurate tenderà ad essere fin troppo meticoloso nel suggerirvi contenuti solitamente non proprio bellissimi. Si può comunque disattivare del tutto (o, se volete, solo le notifiche). Nell’uso quotidiano non sono stato invece invaso o disturbato da pubblicità. Bene così. Restano i pregi di un’interfaccia come Hyper OS, completissima, personalizzabile (non il launcher, se volete mantenere le gesture, purtroppo) e -finalmente- coerente ed organizzata. Certo, se non piace un approccio così lontano dagli standard di Google, Hyper OS non è la UI che fa per voi.

Poco F6 ha 8 o 12GB di RAM LPDDR5X, con 256 o 512GB di storage di tipo UFS 4.0. Inutile dire che lo smartphone vola, grazie anche al nuovo Snapdragon 8S Gen. 3 (attenzione, la “S” non indica una versione potenziata del Gen. 3, si tratta di un SoC con performance leggermente inferiori) che avvicinano moltissimo Poco F6 al fratello maggiore (quest’ultimo equipaggiato con il top dell’anno scorso). Mai un’incertezza, mai un problema, temperature sotto controllo. La versione in nostro possesso è quella top (12/512), non possiamo quindi dirvi come va la variante con 8 GB di RAM, ma tenendo conto dell’importante lavoro di alleggerimento svolto con Hyper OS potrebbe non costituire un grosso problema, avendo già provato altri smartphone della casa con 8 GB di RAM e SoC molto meno allegri dello Snapdragon 8S Gen. 3.

Poco F6
Poco F6

Foto e Video

Il comparto fotografico dei Poco è sempre stato meno curato rispetto sia alla concorrenza che agli altri brand che gravitano intorno a Xiaomi. Se con Poco F6 Pro avevamo parlato di eccellenti risultati (solo sulla main camera, però) sia nelle foto che nei video, le aspettative su Poco F6 erano sicuramente meno alte (con il suo IMX882, un sensore da mezzo pollice molto più modesto). Mi sono in parte ricreduto usandolo in questi giorni, perché alla fine i risultati sono più che buoni, in particolar modo di giorno, con una velocità di scatto più che buona e risultati ampiamente sopra la soglia della sufficienza. I colori sono un po’ “violenti” in certe circostanze (in particolar modo il rosso e le tonalità vicine sembrano un po’ enfatizzate), ma sono perfettamente usabili per la condivisione in famiglia e sui social. Quando le tenebre prendono il sopravvento i limiti di un sensore piccolo emergono e la velocità di scatto che si riduce rende necessaria una mano più ferma (ma è un concetto estendibile a tutti i midrange). Anche i colori diventano meno vividi e il rumore è presente. La modalità notte funziona abbastanza bene. I video seguono l’andamento delle foto, ed anche se la stabilizzazione è meno efficace rispetto a Poco F6 Pro a me non sono dispiaciuti in senso assoluto. Le cam ausiliarie sono -come sempre, purtroppo- molto meno curate: la ultrawide è una vecchia conoscenza. Il Sony IMX355 è un sensore utilizzato ormai da tantissimi anni, che si vedono tutti. Di fatto resta usabile solo di giorno. Anche i video realizzati con la uw (solo a 1080 30fps) non sono particolarmente convincenti. La frontale da 20 MP è senza infamia né lode, si fa apprezzare con buone condizioni di luce, meno di sera, ma viste le specifiche del sensore temevo molto peggio. Piccola tirata di orecchie a tutti i produttori di medi gamma: sapendo il pubblico a cui sono destinati, spesso giovani che amano i selfie, perché non curare maggiormente questo sensore?

Dove invece Xiaomi non si risparmia è sulla modifica delle immagini: la galleria di Hyper OS è senz’ombra di dubbio una delle migliori possibili, con tante funzionalità di editing ben pensate e ben funzionanti. Manca qualcosa IA-based (che troviamo sui super top di Xiaomi) ma le rinunce sono minime e chi acquista uno smartphone sotto i 300 euro troverà sicuramente più di quello che si aspetta.

Galleria fotografica

Prezzo e Conclusioni

Poco F6 costa (di listino) 449.90 € nella variante base, ma l’offerta lancio (che siamo sicuri verrà mantenuta) permette di portarselo a casa per 389.90 €. Come se non bastasse, inserendo su mi.com il coupon POCOF6MICOMIT risparmierete ancora, portando il prezzo finale a circa 350 € per la variante 8/256 e soltanto 378 euro circa per la variante 12/512. A nostro avviso un gran bel prezzo per uno smartphone che offre molte più luci che ombre.

 

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  • 350,91€ per la variante da 8GB+256GB;
  • 377,91€ per la configurazione da 12GB+512GB;

 

 

 

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