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Recensione Oppo Reno 12 Pro: Non solo AI

Sarà banale, ma ultimamente il panorama degli smartphone è un po’ noioso. Probabilmente definirli “tutti uguali” è un’iperbole e non rappresenta la realtà, ma è anche vero che se andiamo a dividere gli smartphone in categorie (prevalentemente sulla base delle specifiche e del prezzo su strada) gli elementi di distinzione sono quasi assenti. Per questa ragione Oppo Reno 12 Pro ci è sembrato almeno un po’ differente, per la volontà di portare una AI (almeno sulla carta) avanzata in una fascia di prezzo dove, invece, è una rarità. Vediamo, però, se -dopo un Reno 10 Pro un po’ deludente- il successore sarà riuscito a far rinascere l’ammirazione per una linea di prodotti che è sempre stata molto interessante.

Scheda tecnica
  • SoC: MediaTek Dimensity 7300 Energy Edition
  • RAM: 12GB LPDDR4
  • Storage: 512GB UFS 3.1 (espandibili)
  • Display: 6.7″ AMOLED 120 Hz 1080x2412px, 600 nit (tipica), 1200 nit (HBM), 2100 nit (picco)
  • Fotocamere:
    • Main 50MP (Sony LYT-600 1/1.95″) con OIS, f/1.8
    • Ultrawide 8MP (Sony IMX355 1/2.8″) f/2.2
    • Tele 2x 50MP (Samsung S5KJN5 1/2.75″) f/2.0
    • Frontale 50 MP (Samsung S5KJN5 1/2.75″) f/2.0 con autofocus
  • Video: 4k 30fps (main,front), 1080p 30fps (uw, tele)
  • Connettività: 5G, Wi-Fi 6, Bluetooth 5.4, NFC, dual SIM (no eSIM), GPS
  • Sensori e porte: Accelerometro, bussola, prossimità, luce ambientale, fingerprint (under display), giroscopio, speaker stereo,  USB 2.0, blaster IR, certificazione IP65
  • OS: Color OS 14 basato su Android 14 (patch di giugno 2024 al momento della recensione)
  • Batteria: 5000 mAh con ricarica a 80W (no wireless), 0-100% in 45 minuti
  • Dimensioni: 161.45×74.79×7.40mm
  • Peso: 180g

Unboxing

La confezione comprende:

  • Il telefono
  • Pellicola preinstallata
  • Estrattore SIM
  • Cavo USB

Estetica e Materiali

Reno 12 Pro mi ha riportato alla mente il riuscitissimo ed elegante Reno 6 Pro: senza puntare su design folli (a parte il colore sgargiante ma molto bello) ha linee eleganti e delle soluzioni ricercate per il frame della cam posteriore, che è zigrinato. Il frame è in plastica (o meglio, in una lega non specificata) e la parte posteriore è in vetro, come ovviamente il display che è protetto da un Corning Gorilla Glass Victus 2. Nel suo insieme fa una bella figura e non tradisce la buona fama di Oppo su cura dei particolari e qualità costruttiva. La struttura interna è stata pensata per assorbire bene eventuali urti e rendere lo smartphone più resistente: loro, simpaticamente, lo definiscono lifeproof. Dovrei farlo usare per un mese a mia moglie! Unico difetto, sia il frame che il posteriore tendono a raccogliere un po’ di impronte. Niente di traumatico.

Batteria e connettività

Tutta la gamma Oppo, Oneplus e Realme pone una cura particolare sul design delle antenne (un design definito a 360 gradi) e senza dubbio l’obiettivo è centrato: la ricezione è ottima, i cambi cella veloci e la rete dati ha ottime performance. Lo stesso si può dire per il Wi-Fi 6. sempre stabile ma -almeno con il mio router- forse un po’ sotto tono nelle performance (relativamente). Dove ad esempio con altri smartphone faccio da 1.2 a 1.8 Gbps, con Reno 12 Pro eravamo intorno ai 500 Mbps in download. Il chip NFC e il bluetooth sono perfetti. L’ho usato moltissimo sia con Android Auto wireless che con degli auricolari TWS (di cui leggerete a breve la recensione) e si è comportato alla grande. Scontato il supporto al dual sim, mentre manca la eSIM, che forse visto il prezzo poteva starci.

L’autonomia, sebbene non sia una delle migliori mai provate, è abbondantemente sopra la media e non rimpiangerete né una capacità maggiore (5000 mAh sono adeguati) né una ricarica più veloce (grazie agli 80W la carica completa si raggiunge in 45 minuti circa). Manca la ricarica wireless, ma non la definirei una pecca grave. Il grande pregio di questo smartphone, oltre a non scaldare, è di avere un battery drain contenuto anche in mobilità. Il SoC è espressamente stato ingegnerizzato per essere abbastanza parco nei consumi e si nota.

Display, vibrazione, audio e sensori

In un mondo dove ormai c’è una corsa spasmodica a chi dichiara valori impressionanti, i 1200 nit di questo Reno 12 Pro (2100 di picco) sembrano quasi impallidire. La realtà dei fatti è ben diversa ed Oppo ha utilizzato un pannello molto bello, luminoso, con bei colori (ed una taratura regolabile in modo molto fine) ed una curvatura non estrema, che ricorda piuttosto quella di smartphone blasonati come Huawei Pura 70 Ultra e Xiaomi 14 Ultra. Questi display sono definiti “quad curved” e per me si tratta di un formato promosso: se è vero che è comunque un po’ complesso proteggerli con una pellicola, comunque regalano una bella immersività senza gli svantaggi di un display dalla curvatura pronunciata. Anche la digitazione al tocco, nonostante il touch sampling sia a 240 Hz, è molto buona. Il display integra anche un fingerprint veloce e preciso. Ovviamente si tratta di un pannello a 120 Hz in tecnologia OLED: scontato in questa fascia di prezzo. Le regolazioni per lo schermo e per il comfort visivo sono numerose e ben realizzate, forse una delle migliori implementazioni di personalizzazione dei parametri del display, con il giusto numero di opzion. Purtroppo alla digitazione confortevole non segue una vibrazione di livello: sono rimasto molto deluso, perché il feedback della vibrazione è anche ben integrato nella Color OS, ma con questa vibrazione così debole e “zanzarosa” quasi si ha il desiderio di disattivare questa funzionalità nel sistema. L’audio è più che sufficiente e -finalmente- torna l’audio stereo che Oppo aveva inspiegabilmente abbandonato con il Reno 10 Pro. Come tutti gli ultimi dispositivi della casa si ha una sorta di riserva di potenza (a discapito della qualità sonora) per poter utilizzare lo smartphone in ambienti un po’ più rumorosi. La chiamata è molto confortevole e la qualità dei microfoni estremamente alta, un aspetto forse spesso trascurato ma fondamentale. Infine, Reno 12 Pro integra BeaconLink, che però attualmente sembra un sistema poco diffuso. Questo strumento permette di chiamare altri dispositivi compatibili in assenza di segnale telefonico.

Oltre al fingerprint, di cui abbiamo parlato, i sensori presenti sono quelli tradizionali e funzionano senza intoppi. Oltre a questi, un po’ a sorpresa (non è una consuetudine per Oppo) c’è il blaster ad infrarossi. Lo smartphone è certificato IP65, quindi resiste agli spruzzi ma non alle immersioni.

Software e Performance

Non mi soffermerò troppo sulla Color OS, interfaccia molto interessante che abbiamo imparato a conoscere e di cui abbiamo parlato diffusamente in altre recensioni. Oppo ha il pregio di cercare di mantenere un’esperienza d’uso abbastanza costante anche nella fascia media, senza sacrificare settaggi o funzionalità. Il livello di personalizzazione è sempre elevato e la fluidità si mantiene su buoni livelli, sebbene non manchi qualche lieve calo di frame rate durante l’utilizzo. A differenza del gemello cinese, Oppo ha optato per un SoC differente, un vizietto che si trascina dai tempi di Reno 10 Pro dove l’azienda aveva deciso di utilizzare un SoC nettamente inferiore sulla controparte global. Il Dimensity 7300 Energy è un buonissimo SoC ed è perfettamente adatto al contesto e alla fascia del prodotto. Oltre a questo è stato progettato congiuntamente proprio tra Oppo e Mediatek per offrire un’ottimizzazione migliore ed integrare a livello hardware le funzionalità AI (sebbene in realtà mi sembri accedere molto al cloud per servizi come AI Studio). C’è un grosso “MA”: la versione cinese, ancora una volta, ha un SoC migliore e sensibilmente più potente. Un downgrade che sa un po’ di beffa per gli utenti europei. Le performance sono buone, niente da dire, ma resta un po’ di amarezza anche perché lo smartphone arriva da noi ad un prezzo pure più alto. Completano la scheda tecnica le RAM LPDDR4 (12 GB) e le UFS 3.1 per lo storage (512 GB espandibili). Abbiamo parlato di AI nel titolo e vi aspettereste una disamina approfondita: in realtà, la maggior parte delle funzioni AI proposte in questo smartphone sono deputate alla fotografia, per cui approfondiremo la cosa nel capitolo dedicato all’imaging.

Tuttavia Oppo ha anche cercato di integrare alcuni miglioramenti nella user experience anche al di fuori del comparto fotografico. Che si tratti di AI o no è lecito dubitare, visto che ormai questa sigla viene letteralmente abusata laddove si potrebbe utilizzare -ad esempio- la parola “algoritmo”, ma la moda è questa e non siamo nessuno per cercare di contrastarla. La funzione più interessante è sicuramente “AI LinkBoost” che si preoccupa di garantire il minor down possibile nel passaggio da un ambiente scarsamente coperto  dalla rete telefonico ad un altro ambiente e sembra essere effettivamente funzionante. Come abbiamo già detto, infatti, lo switch della rete è fulmineo e le interruzioni anche in condizioni di rete complicate sono ridotte all’osso. Un’altra funzione ben realizzata si chiama “Pulisci Voce” ed è molto efficace se fate chiamate in ambienti con rumore ambientale o vento forte.

Come in tutte le ultime release di Color OS (e anche negli smartphone di Realme) c’è il “file dock”, che in sostanza permette di unificare gli appunti, i file e le immagini per la condivisione veloce tra le varie applicazioni. AI Recording Summary va ad estrarre il testo da un contenuto audio sufficientemente lungo, come una riunione o una conferenza, per fare un riassunto: mi sarebbe piaciuto che la funzionalità, oltre al solo registratore, fosse estesa anche ad altri contenuti audio magari scaricati dal web. Piccolo suggerimento per Oppo.

Le vere novità arriveranno più avanti, presumibilmente nel corso del mese di agosto (quando saranno disponibili, si spera, anche in italiano), e rappresentano non una novità in senso assoluto ma una ventata di aria fresca tra i medi gamma: come già ribadito, in un panorama forse troppo adagiato su se stesso la differenza ormai è data dai servizi aggiuntivi. Su Reno 12 Pro abbiamo AI Summary, AI Speak e AI Writer, attivabili contestualmente dalla barra laterale: il primo fa un riassunto del testo che stiamo leggendo, il secondo lo legge al posto nostro e il terzo genera dei contenuti ad esempio nelle didascalie dei social o come commento. Se sulle prime due ho pochi dubbi, la terza credo che sia più un esercizio di stile: ne sapremo di più quando sarà disponibile anche nella nostra lingua. Ho fatto un po’ di prove in inglese ed il potenziale c’è. Infine, interessante il riconoscimento intelligente dei testi nelle immagini: anche in questo caso non una novità ma una gradita conferma.

Foto e Video

La questione imaging è di per sé semplice, se la contestualizziamo al solo hardware, ma -come vedremo- il succo sta nel software.

Parlando di hardware, c’è poco da dire: è un medio gamma in tutto e per tutto, ma scatta buone foto. Il LYT600, già visto su altri smartphone, è un sensore senza infamia né lode, relativamente piccolo per un main sensor, ma che su Reno 12 Pro rende piuttosto bene sia nel dettaglio che nella resa colore. Come vedete dai sample anche di sera è molto ben gestito, sebbene inevitabilmente il dettaglio cali. Lo shutter lag c’è ma non invalidante. Migliorabile invece la gestione delle luci, sia di giorni che di sera: niente che non si possa affinare con un aggiornamento. La tele (2x, a detta di Oppo fino a 5x “lossless”) è una bella scoperta. Non è un sensore enorme ma è un buon sensore che su una tele ha una buonissima resa. Buono anche il crop fino a 5x. La UW, invece, è la abusata (e riciclata) 8 MP (il solito Sony IMX355), che conosciamo bene e che purtroppo ha ormai fatto il suo tempo. I video sono sufficientemente stabili, sopra la sufficienza senza esagerare. Nota stonata, solo la main e la front registrano in 4K: comprendo la uw (visto che è stato utilizzato un sensore datato) ma non la tele, che invece lo supporterebbe. La frontale è ottima, forse la migliore che possiate trovare su un midrange ed è pure dotata di autofocus. Plauso ad Oppo per essersi ricordata che un’utenza giovane, come quella a cui è destinata lo smartphone, vive per i selfie.

Oltre ai normali strumenti di editing Oppo ha pensato sia ad una suite (chiamata AI Studio) che praticamente ricorda da vicino app di terze parti (a pagamento) che elaborano le immagini trasformandole (non sappiamo ancora se sarà a pagamento, perché nell’app ci sono dei “crediti” che attualmente non vengono scalati. Onestamente? Creativa, simpatica, ma… trascurabile. Molto più interessanti sono AI Eraser 2.0, equivalente alla “Gomma Magica” di Google, che funziona piuttosto bene e AI Clear Face/Best Face (anche questi strumenti già visti sui Pixel, ad esempio) che sostituiscono il volto (nel caso ad esempio siate venuti con gli occhi chiusi) con un’altra vostra immagine in galleria oppure -con Best Face- lo smartphone sceglierà in autonomia lo scatto dove siete venuti meglio. Non rivoluzioneranno la storia della tecnologia ma sicuramente si propongono lo scopo di rendervi le cose più semplici.

Galleria fotografica

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Prezzo e Conclusioni

La richiesta è di 599€: tanti, troppi, ma sul sito ufficiale c’è il coupon RENO12PRO-100 che porta il totale a 499€, sicuramente una cifra più ragionevole. Con 9,99 € potrete avere il caricatore (che non è in confezione). Ammetto di aver apprezzato questo smartphone -al netto delle funzionalità AI che non sono sempre una vera “intelligenza artificiale”- per il suo equilibrio e per la sua affidabilità. Peccato per la vibrazione, uno scivolone evitabile. A breve sono convinto che potrete trovarlo ben sotto i 400 euro, prezzi che a quel punto lo farebbe diventare un vero best buy.

 

 

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