Nel secondo trimestre del 2023, il prezzo di riferimento dell’energia elettrica per le famiglie in tutela si ridurrà del 55,3%, a causa del forte calo delle quotazioni all’ingrosso dei prodotti energetici. In seguito al decreto approvato dal Governo il 28 marzo, l’ARERA ha confermato l’ampliamento dei bonus sociali per l’elettricità e il gas per le famiglie con un livello ISEE fino a 15.000 euro (e fino a 30.000 euro per le famiglie numerose con almeno 4 figli a carico).
Le miti temperature dell’inverno 2022-2023 hanno favorito un uso limitato degli stoccaggi europei (a metà marzo ancora pieni al 57% circa della loro capacità), e i prezzi a termine indicano condizioni meno tese per l’equilibrio tra domanda e offerta di gas nel secondo trimestre del 2023.
In questo contesto, anche le quotazioni a termine dell’energia elettrica hanno mostrato un trend al ribasso, dopo i forti cali già registrati. Nel primo trimestre del 2023, il prezzo unico nazionale dell’elettricità (PUN) è risultato in calo del 36% circa rispetto al quarto trimestre 2022.
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Energia elettrica in calo: l’impatto sulla bolletta
L’aumento dei prezzi all’ingrosso nell’ultimo anno e il loro mantenimento su livelli alti (anche se in calo) influenzano ancora la spesa complessiva per la bolletta elettrica. Il sostegno offerto dai bonus sociali energia alle famiglie rimane quindi significativo.
Analizzando le singole componenti della bolletta, per l’energia elettrica la variazione del -55,3% del prezzo finale per la famiglia tipo, che risulta pari a 23,75 centesimi di euro al kWh, è principalmente legata alla forte diminuzione della componente energia (PE) con un -60,9%, ad un lieve calo della componente dispacciamento (PD) con un -1,2%, ad un aggiustamento delle componenti di commercializzazione (PCV e DispBT) con un +0,5% e all’aumento della componente oneri di sistema con un +6,3%, a seguito della loro riattivazione. Le tariffe di rete regolate (Trasporto, distribuzione e misura) sono rimaste invariate.
