Aaaaaah, i compatti. Sono come le brave ragazze: tutti le chiedono, ma poi gli utenti scelgono le ragazze belle. Mi sono interrogato molto al riguardo e mi sono dato una prima spiegazione: se si escludono gli iPhone, nel panorama Android nessuno ci ha creduto davvero, portando prodotti validi ma mai completi, forse per non aggredire i super top dei rispettivi cataloghi. Si dai primi rumors, pertanto, Xiaomi 14 mi ha colpito: per la prima volta un vero top di gamma, completo e apparentemente senza rinunce. Scopriamo insieme se le promesse sono state mantenute.
Unboxing
La confezione comprende:
- Il telefono
- Estrattore SIM
- Cavo USB
- Caricatore 90W
- Pellicola preapplicata
- Cover nera gommata
Estetica e Materiali
Xiaomi ha mantenuto la propria identità non stravolgendo il design di Xiaomi 13 e 13 Pro: Xiaomi 14 ne è la naturale evoluzione e la differenza più evidente risiede nel bump delle fotocamere, ora più ampio, per ospitare una sensoristica di alto livello. La qualità costruttiva è indubbiamente ai vertici ed il vetro posteriore -insieme al frame in metallo- donano un aspetto pregiato ed elegante. Se è vero che il design è soggettivo, non si può dire altrettanto della qualità di un prodotto e qui Xiaomi ha detto fatto un lavoro importante.
Batteria e connettività
Avevo un po’ di timore, alla luce dei risultati altalenanti offerti dallo Snapgradon 8 Gen 3, per la presenza di una batteria da 4610 mAh. Xiaomi 14 non è un battery phone, ma a sera vi ci porta praticamente sempre, a meno che non stiate fuori tutto il giorno a fare lunghe sessioni foto e video ed ha una scarica costante della batteria, anche con uso più intensivo (al netto delle già citate fotocamere, che ovviamente rendono più energivoro lo smartphone). Ottima la gestione delle temperature: a differenza di altri smartphone che ho provato non molto tempo fa, non ho avuto nel quotidiano la sensazione che scaldasse più del dovuto. A favore di Xiaomi c’è da sempre la velocità di ricarica: 90W sono molti e consentono di caricare completamente lo smartphone in 31 minuti. Presente ovviamente la ricarica wireless a 50W. Non vi ho dato ancora dei numeri: a me non piace farlo, perché possono essere estremamente fuorvianti, ma indicativamente siamo tra le 4 e le 6 ore di schermo, dipendentemente dal vostro utilizzo, se siete all’aperto (quindi con massima luminosità del display) e se usate molto la fotocamera. Non è un’autonomia stellare (credo che lo Snapdragon 8 Gen 3 da questo punto di vista sia un piccolo passo indietro rispetto al predecessore) ma è comunque dignitosa.
Niente da dire sulla connettività: la ricezione è buona, non ho avuto difficoltà nemmeno in metro (dove ad esempio iPhone 15 Pro Max tendeva a switchare in 3G) e il comfort in chiamata è eccezionale. Il Wi-Fi ha una portata sopra la media ed offre ottime prestazioni. NFC che funziona ovviamente alla perfezione, come il bluetooth 5.4. Affidabile e performante su tutti i fronti. Forse si poteva fare leggermente meglio sulla ricezione (che comunque, come già detto, è buona) per arrivare ai livelli di altri competitors, ma sono davvero dettagli. Con Hyper OS arriva anche l’opzione per la “interconnettività” per migliorare l’integrazione con tablet e laptop Xiaomi, cercando di avvicinarsi per quanto possibile a quanto offerto da Apple (che però resta ancora imbattuta).
Display, vibrazione, audio e sensori
Tanta roba! Oltre ai numeri, che dicono tutto e niente, Xiaomi ha utilizzato un gran pannello, con un’ottima definizione (420 PPI), ben leggibile all’esterno e con una taratura dei colori molto accurata. Come sempre, via software è anche possibile settare minuziosamente la resa colore sulla base delle proprie esigenze ed anche sulla base dell’illuminazione ambientale, analogamente al True Tone di iPhone, con eccellenti risultati. Non mi stancherò mai di dirlo: il display è l’elemento distintivo che ci permette di interfacciarci con il telefono e deve essere curato almeno quanto il software, ed è quello che Xiaomi ha fatto. Anche la digitazione è scorrevole e priva di intoppi. Il display flat sicuramente aiuta tantissimo. Il chin di 1.71mm è probabilmente uno dei più sottili sul mercato.
La vibrazione è ottima e perfettamente integrata nel sistema, precisa, udibile ma non invasiva. Proprio il tipo di vibrazione che vorrei trovare su ogni smartphone. Il comparto audio è curato e c’è un miglioramento percettibile nei medi rispetto a Xiaomi 13. Unico piccolissimo neo è che il secondo speaker sembra avere leggermente meno corpo rispetto al principale, ma non lo noterete nell’uso di tutti i giorni ed i competitors non fanno sicuramente meglio. La sensoristica è completa, ci sono anche barometro e blaster ad infrarossi, il fingerprint è veloce e preciso (pure comodo da raggiungere grazie alle dimensioni dello smartphone). Xiaomi 14 è anche certificato IP68 ed offre una porta type C 3.2 con uscita video (non è invece presente una modalità desktop dedicata).
Software e Performance
Abbiamo già parlato ampiamente di Hyper OS, ma è giusto dare un’infarinatura a chi dovesse approcciarsi per la prima volta con questo nuovo OS di casa Xiaomi. Qualcuno potrebbe obiettare sull’utilizzo della parola nuovo, perché a livello grafico le novità sono minime e c’è una coerenza stilistica molto forte con il passato, ma sotto al cofano le cose sono cambiate molto. Al di là del concetto di Hyper OS, che vuole essere un ponte tra tutti i dispositivi della casa (come gli indossabili ad esempio) il miglioramento c’è e non è nemmeno troppo difficile vederlo, se si usano intensamente i prodotti Xiaomi che sono stati aggiornati (anche di fascia media). Il sistema è stato profondamente alleggerito, è molto affidabile e non ho riscontrato da diversi mesi bug degni di nota. Chi era abituato alla “vecchia” Xiaomi e ci aveva messo una croce sopra (magari due anni fa) può dormire sonni tranquilli. Xiaomi è ormai matura anche nel software. La personalizzazione è molto ampia e troverete tutto ciò che potreste desiderare a livello di funzionalità. Si potrebbe obiettare che forse siano anche troppe, ma in realtà se si vuole offrire all’utenza un sistema completo, per abbracciare ogni sorta di esigenza, è inevitabile. Come gli altri Xiaomi di fascia alta non ci sono pubblicità di sorta. Purtroppo non si possono utilizzare launcher di terze parti mantenendo le gestore, politica che Xiaomi ha adottato già da molto tempo e che non è mutata nemmeno con Hyper OS. L’azienda garantisce 4 major updates e 5 anni di patch di sicurezza con cadenza presumibilmente bimestrale. Sicuramente c’è chi offre di più, ma credo che 4 major siano sufficienti.
Xiaomi 14 è anche uno smartphone velocissimo: mai un lag, mai un’indecisione. Di default Xiaomi ha impostato delle animazioni molto morbide, ma senza addentrarsi nelle opzioni sviluppatore è possibile decidere la velocità delle animazioni direttamente nelle impostazioni. E’ un piacere usare questo smartphone, sono rimasto molto colpito nell’utilizzo ed è probabilmente lo Xiaomi che mi ha regalato le maggiori soddisfazioni a 360 gradi. Sconfinando nell’esperienza d’uso di altri brand, Xiaomi stavolta può dare tantissimo fastidio anche a competitors più blasonati.
Foto e Video
Come main sensor abbiamo un Omnivision customizzato da Xiaomi sulla base dell’ottimo OVX9000, accompagnato da una ultrawide da 50 MP e una tele anche questa da 50 MP. Entrambi i sensori sono di Samsung (JN1). Continua la partnership con Leica (più salda che mai, visto l’impegno di Xiaomi di creare una vera e propria Academy per avvicinare gli utenti alla fotografia su smartphone) ed abbiamo l’ottimo tele con lenti flottanti per la prima volta su un compatto. Parliamo intanto della resa di foto e video: mi è piaciuto davvero moltissimo. Foto naturali (con il preset apposito), dettaglio in quantità, poco rumore e qualità da vendere anche nel punta e scatta, senza addentrarsi in complicati settaggi manuali. Ho apprezzato (e qui si vede il lavoro di Xiaomi sul software, visto che i sensori alla fine sono sempre quelli) pure il miglioramento della ultrawide, che si comporta bene anche con scarsa illuminazione. Finalmente bene anche la frontale, che non ha l’autofocus ma ha un dettaglio molto buono (e registra video in 4K a 60fps). Le funzioni creative non sono numericamente ma c’è tutto ciò che vorreste trovare. La modalità pro è completissima: Xiaomi ha mantenuto le funzionalità della fascia altissima anche su questo piccolo gioiellino, per cui non mancano né l’ultra RAW né il focus peaking. Mi è piaciuta anche la tele, con uno zoom ottico che equivale a 3.2x ma usabile senza particolari problemi anche a 10x.
Parlando di video, molto molto bene dettaglio e stabilizzazione, non ho notato lo stuttering che era presente nelle generazioni precedenti e Xiaomi ha anche mantenuto la registrazione in formato LOG. Proprio su questo dettaglio c’è da segnalare che sfortunatamente non è possibile registrare in LOG con le cam ausiliarie al momento. Non sappiamo se potrà essere implementato in futuro. Grazie alla qualità dei microfoni integrati, registrando i video in modalità pro si può decidere la provenienza dell’audio (fronte, retro, omnidirezionale) ed abilitare anche lo zoom audio. La modalità cinema è pure ben implementata. Una funzione davvero interessante è la “modalità registra”. Si possono connettere più smartphone alla stessa rete per allestire una configurazione Multicam, così da avere una certa sincronia da più angolazioni. Lato foto, si può comunque utilizzare Xiaomi 14 per comandare a distanza un altro dispositivo (e viceversa). In sintesi, Xiaomi non ha puntato solo sul pompare le specifiche e sull’utilizzare sensori di qualità, ma ha continuato il percorso già intrapreso con la serie 13 migliorando l’esperienza anche per gli utenti che prediligono il punta e scatta.
Galleria fotografica
Prezzo e Conclusioni
Dopo quasi 6 mesi Xiaomi 14 è sicuramente una conferma, online si trova a circa 740€ ( il prezzo varia in base alle offerte ) ed a questo prezzo è difficile trovare un compatto con tali performance soprattutto in ambito foto. Cosa ne pensate? Fatecelo sapere all’interno del box dei commenti.