AndroidNovitàRecensioni Smartphone, Tab, PCVideo e Reviews

Recensione Redmi Note 12 5G: Bel display e tanto equilibrio

La famiglia Redmi Note 12 è stata appena presentata e sembra davvero pensata per accontentare diverse tipologie di utenza, da quella meno esigente che però non vuole rinunciare ad un bel display e alla connettività 5G fino al “top” di casa Redmi (Note 12 Pro+) con un sensore fotografico da 200 MP stabilizzato e una ricarica velocissima, passando per l’equilibratissimo Note 12 Pro con la sua ottica stabilizzata e un prezzo a metà strada. Oggi parliamo del modello “base”, che tuttavia sembra avere le sue carte da giocare.

 

Scheda tecnica
  • SoC: Qualcomm Snapdragon 4 Gen. 1 6nm
  • RAM:  4/6/8 GB LPDDR4X
  • Storage: 128 GB  UFS 2.2 espandibili
  • Display: 6.67″ OLED 120 Hz FHD+ 1200 nits

Fotocamere:

  • Main 48 MP f/1.8 (OV48B) senza OIS
  • Ultrawide 8 MP f/2.2 (OV08D10)
  • Macro/profondità 2 MP f/2.4 (SC202CS)
  • Anteriore 13 MP f/2.0 (Samsung S5K3L6)

Video 

    • 1080p 30fps (main, front, uw)
  • Connettività: 2G/3G/4G/5G, Wi-Fi 5, hotspot, Bluetooth 5.1, NFC, Dual SIM
  • Sensori e porte: Sensore di gravità, Sensore impronta (laterale), Bussola, Sensore di luce ambientale, Sensore di prossimità, speaker mono,  jack audio, IP blaster, certificazione IP53
  • OS: MIUI 14 basata su Android 12 (patch di dicembre 2022 al momento della recensione)
  • Batteria: 5000 mAh con ricarica a 33W (no wireless)
  • Dimensioni: 165.88mm x 76.21mm x 7.98mm
  • Peso: 188g

Unboxing 

La confezione comprende:

  • Il telefono
  • Cavo type C
  • Alimentatore 33W
  • Pellicola preapplicata sul display
  • Cover trasparente in TPU
  • Estrattore SIM

Estetica e materiali

Redmi Note 12 5G è immediatamente riconoscibile come un… Realme! Sì, non sono impazzito, ma la parte posteriore ricorda effettivamente alcuni Realme di fascia media, in particolare il bump delle fotocamere. Frame e back sono in plastica e la sensazione generale al tatto è un po’ cheap, ma il design è carino e la costruzione è molto buona. Fondamentalmente non è uno smartphone che cattura subito l’attenzione, ma rispecchia gli stilemi della fascia media.

Batteria e connettività

5000 mAh, il nuovo Snap 4 Gen. 1 e la MIUI 14 sono un trittico molto interessante, che infatti garantisce un’autonomia superiore alla giornata di utilizzo, anche in mobilità. La scarica è costante e anche sotto stress il drain resta contenuto. La ricarica è a 33W, per cui occorrerà circa un’ora per caricare completamente il dispositivo.

La ricezione è buona, anche in 5G, come lo switch delle celle sempre veloce e puntuale. Manca il Wi-Fi 6, che si traduce in performance buone ma altalenanti nel momento in cui ci si allontana un po’. La portata del segnale è buona, comunque, senza disconnessioni. Bene anche il Bluetooth (purtroppo solo in versione 5.1), NFC (con Google Pay perfettamente funzionante) e Android Auto, stabile anche in modalità wireless.

Display, vibrazione, audio e sensori

Il display è un bellissimo OLED a 120 Hz, molto luminoso (1200 nits) con le solite buone regolazioni software per tararlo in base ai propri gusti o alla necessità, sicuramente la parte migliore dello smartphone. Se dovessi trovargli un difetto, c’è una asimmetria abbastanza accentuata causata da un mento fin troppo spesso. Per il resto, però, un display che appaga e non poco: sembra un dispositivo di fascia superiore. Male la vibrazione, fattore che nel momento in cui si avvicina ai 300 € diventa (se non determinante, ovviamente) da segnalare, non potentissima, senza coda ma non secca e decisa. Redmi Note 11 aveva un doppio speaker: proprio come accaduto con Xiaomi 13 Lite, anche in questo caso abbiamo un downgrade, con un singolo speaker che pur offrendo una buona pressione sonora non è molto bilanciato ed è chiaramente un passo indietro. La sensoristica include, come da tradizione del brand, anche un emettitore IR. Il fingerprint è veloce e preciso, posto lateralmente. Bene anche la presenza del jack audio. Il sensore di prossimità è fisico, per cui in chiamata non ci saranno problemi di sorta. A proposito delle chiamate, segnalo buonissime prestazioni sia della capsula che del microfono.

Software e Performance

A bordo abbiamo la MIUI 14, basata (purtroppo) su Android 12 con patch aggiornate (si fa per dire) a dicembre 2022. L’azienda non ha dichiarato ufficialmente la politica di aggiornamenti per questa famiglia di prodotti. Dobbiamo fare una precisazione: a noi è arrivato un sample con la ROM Global, non EEA, che monta la MIUI 14.0.2.0, mentre la EEA è arrivata alla versione 14.0.4.0, con patch probabilmente più aggiornate. Naturalmente noi dobbiamo parlare di ciò che vediamo e proviamo, non possiamo “immaginare” il funzionamento del dispositivo con la EEA, anche se solitamente tra Global ed EEA non corrono differenze evidenti se non, talvolta, una certa pigrizia negli aggiornamenti a sfavore della ROM Global. La MIUI la conosciamo, così ricca di funzionalità e di servizi (non sempre graditi dagli utenti). L’evoluzione della MIUI sin dalla versione 13 è stata costante e siamo davvero lontani dalle disgrazie del passato, fortunatamente. Non ci sono bug né instabilità, anche se -trattandosi di una UI un po’ invasiva e lontana dalla filosofia AOSP- qualcuno potrebbe trovarla “eccessiva”. Ho trovato pubblicità durante l’installazione di alcuni APK, fortunatamente disattivabile dalle impostazioni. Anche le numerose app preinstallate sono disinstallabili. Che piaccia o meno, è normale che a volte le aziende cerchino accordi con gli sviluppatori per preinstallare alcune app in modo da massimizzare i profitti. Gradisco molto meno la presenza della pubblicità nelle app di sistema, ma fortunatamente (almeno nel mio caso) l’ho trovata soltanto sull’installer degli APK. Consiglio, se non lo si vuole utilizzare, anche di disabilitare notifiche e suggerimenti di Mi Video, che funge non solo da riproduttore video ma anche da “hub” per alcuni servizi di contenuti multimediali, ma il tutto è un po’ confusionario. Ripeto, questa è l’esperienza con la ROM Global, purtroppo non possiamo dirvi se con la EEA (quindi la versione che sarà distribuita da noi) ci siano o meno queste peculiarità.

Sul Redmi Note 12 5G troviamo il nuovo Qualcomm Snapdragon 4 Gen. 1, SoC a 6nm erede dello Snapdragon 480. Le prestazioni del SoC in sé sono poco distanti dallo Snapdragon 695, per cui adeguate alla fascia in cui Xiaomi ha collocato il dispositivo. Mi aspettavo (memore del Redmi Note 11, poi successivamente aggiornato con evidenti miglioramenti) qualche lag e qualche incertezza. Ovviamente non parliamo di un device che fa della velocità il proprio cavallo di battaglia, ma la fluidità è senz’ombra di dubbio superiore alle attese. Usandolo anche in modo più intenso, non ha incertezze e riesce a fare tutto piuttosto bene. Ripeto, non vi aspettate prestazioni esaltanti, ma non sottovalutatelo. Probabilmente il merito di tutto ciò va alla MIUI 14, che su tutti i dispositivi che abbiamo avuto sotto mano (anche vecchi dispositivi aggiornati in seguito) ha manifestato miglioramenti nelle performance in ogni circostanza. Lo Snapdragon 4 Gen. 1, a differenza dello Snapdragon 7 Gen. 1, non scalda e garantisce un’autonomia (come dicevamo nel capitolo dedicato alla batteria) davvero buona. Questo è un SoC che con un firmware ancora più leggero (magari più stock) potrebbe dire la sua nella fascia medio-bassa.

Altra puntualizzazione: il nostro esemplare è dotato di 8 GB di RAM e 256 GB di memoria UFS 2.2. In Italia, almeno attraverso i canali ufficiali, avremo 128 GB di storage e 4 GB di RAM. Onestamente,  4 GB mi sembrano un po’ pochi per garantire performance di un certo livello ed evitare la chiusura delle app in background, ma vi terremo aggiornati qualora dovessimo mettere le mani anche su questa variante.

Foto e Video

Niente solita 50 MP che Xiaomi ha ampiamente utilizzato in passato sui Redmi di fascia medio-bassa. Qua abbiamo un sensore Omnivision OV48B, anch’esso comunque utilizzato dall’azienda in più dispositivi (tra quelli più noti venduti in Europa, Redmi Note 10 5G e Mi 10 Lite). Il sensore utilizzato è onesto, niente di più, così come i risultati, che forse sono anche un pochino sotto le aspettative. Ad esempio il Realme C55 (che si colloca in una fascia leggermente più bassa, offre scatti migliori). Di giorno e soprattutto in esterna le foto sono accettabili, anche i colori non sembrano troppo falsati dal software (che soprattutto nei dispositivi più economici tende a compensare l’uso di un hardware non al top saturando i colori per accontentare i maniaci dei social), tuttavia ho notato spesso la presenza di micromosso a causa di una velocità di scatto che necessita di miglioramenti. Anche il rumore è presente, sebbene in quantità moderata, anche con discreta luce. Diversa la situazione in notturna, dove le tenebre mandano il sensore in sofferenza ed i risultati sono al limite dell’usabilità. Anche negli ambienti interni a volte (si veda in galleria l’immagine del Fitbit) la messa a fuoco è faticosa ed i tempi di scatto si allungano a danno della precisione della messa a fuoco. I video si possono girare (proprio come accadeva con la vecchia serie 4 e pure la serie 6) massimo in FHD 30 fps con tutte le camere. Se già non gradisco l’assenza del 4K, ritengo l’assenza del 1080 60fps inspiegabile, motivata solo dalla scelta di un SoC che non supporta risoluzioni o framerate superiori. No Xiaomi, no. La ultrawide non è la classica Sony con cui Xiaomi equipaggia i propri dispositivi (anche di fascia leggermente più alta, a volte nemmeno troppo leggermente…), ma come la main camera anche per la uw troviamo un sensore di Omnivision, con risultati comunque sovrapponibili ed usabili più che altro con piena luce. La selfie camera fa il proprio lavoro in modo dignitoso senza strafare, con una modalità ritratto sufficiente sebbene un po’ innaturale. Dimenticatevi, invece, selfie in notturna: sembrerete probabilmente dei pregiudicati. Ingiudicabile la fotocamera macro, come sempre un tentativo di aumentare il numero delle fotocamere senza risultati apprezzabili (potete vederlo nell’immagine della fogliolina).

Galleria fotografica

Prezzo e conclusioni

Il capitolo prezzo è un po’ complesso: essendo un prodotto che probabilmente spopolerà tra gli operatori, il listino è stato mantenuto più alto del dovuto (a partire da 299 € per la variante 4/128 con early brand price a 279 e la Redmi Smart Band Pro in omaggio), ma già adesso le catene lo stanno proponendo ad un prezzo più basso, segno che -appunto- il listino è un po’ drogato dal sottobosco degli operatori telefonici. Onestamente sconsiglio la variante 4/128, a meno di non trovarlo sotto i 200 €, per i motivi già elencati. La variante 6/128, quella sicuramente più a fuoco, potrebbe assestarsi presto intorno ai 220-230 € e -se è vero che vecchi midrange deprezzati hanno specifiche migliori, è pur vero che inevitabilmente l’asticella del prezzo si è alzata e continuerà a farlo. Vale ovviamente la regola (ma per tutti, non è prerogativa di questo Redmi) che se trovate una buona offerta su un mid dello scorso anno (come 12 Lite, per restare in casa) è sicuramente una migliore soluzione. Certo, è quasi “spaventoso” parlare di fascia medio-bassa a quasi 300 euro, segno inequivocabile di un periodo storico molto folle per la tecnologia (e non solo) a cui speriamo di non doverci abituare.

 

 

Questo sito utilizza cookies per migliorare la tua esperienza. Puoi modificare quando vuoi le tue preferenze. Accetto Leggi di più