Elden Ring: Shadow of the Erdtree
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Elden Ring: Shadow Of The Erdtree | Recensione

Elden Ring è stato un punto di svolta nel mio rapporto con i videogiochi (in età adulta). Prima d’incontrare la monumentale opera di FromSoftware, il mondo dei soulslike mi era del tutto estraneo, eppure, nel 2022, ho deciso di dare una chance al titolo. Quella prima run fu un’esperienza rivelatrice ed un ritorno al completismo. Dopo aver “litigato” con la porta antistante le Tre Dita, infatti, capii che avrei dovuto rispolverare tutta la mia esperienza per trovare tutti i segreti che il gioco custodisce (dopotutto, per onorare la mia scuola di avventure grafiche Lucas Arts, non potevo lasciare nulla di incompiuto).

Tre Dita

Per me, Elden Ring ha rappresentato il vero ritorno al gaming. Non dimenticherò mai l’emozione di posare per la prima volta lo sguardo su Limgrave, gli scontri disperati con la Sentinella dell’albero, o la mortalità soffocante di Caelid. La ricerca di una build non solo efficiente, ma che mi divertisse, gli esperimenti con i boss e persino i colpi dati a vuoto per trovare pareti illusorie: ogni momento ha contribuito a creare un’esperienza unica. E come dimenticare la scena sotto Manus Celes con Ranni, uno spettacolo da brividi!

Manus Celes

Con questo bagaglio di emozioni e aspettative, mi sono avvicinato a Shadow of the Erdtree, il primo DLC di un gioco che ho amato quasi al 100%. L’attesa è stata febbrile, e la prospettiva di affrontare nuove sfide in un open world che mi aveva regalato centinaia di ore di esplorazione era un richiamo troppo forte per essere ignorato. La domanda era: questo DLC sarebbe stato all’altezza delle mie speranze?

Scadutree

Shadow Of The Erdtree – Ambientazione e Lore

Il Regno dell’Ombra (Land of Shadow) rappresenta una realtà tanto affascinante quanto opprimente per il mondo di Elden Ring. In contrasto con la luminosità dorata della Terra dell’Albero Madre, questa nuova regione si distingue per un’atmosfera oscura e malinconica, dominata da un albero spettrale noto come Albero Ombra (Scadutree), il cui tronco “carbonizzato” sembra sanguinare fuoco e ombra. Questa terra, intrisa di disperazione, è il luogo di nascita di Marika e il teatro delle vicende che coinvolgono Miquella, uno dei personaggi più enigmatici e complessi della mitologia del gioco.

Miquella

Miquella, descritto come “gentile” e “puro”, è qui ritratto in una luce ben più complessa e inquietante, mostrando come l’amore e la redenzione possano celare motivazioni sinistre. È un “genio infantile”, capace di compiere imprese straordinarie, come forgiare un materiale unico in grado di annullare l’influenza delle divinità esterne e plasmare un Albero Madre personale utilizzando il proprio sangue. Tuttavia, questa grandezza è anche il suo limite: la maledizione che lo condanna a essere un eterno bambino lo priva non solo di un corpo adulto, ma anche di una piena maturità emotiva. Le sue azioni, tanto straordinarie quanto distruttive, riflettono un personaggio intriso di contraddizioni, un genio incompiuto.

Accompagnato dai Needle Knights, una nuova schiera di servitori leali, Miquella guida il giocatore attraverso una narrativa densa di misteri. Gli eventi di Shadow of the Erdtree si intrecciano con la storia principale, ampliando i temi di decadenza e resurrezione già esplorati nel gioco base. Tuttavia, il DLC non riesce a valorizzare completamente alcuni legami fondamentali, come quello tra Miquella e Malenia o Godwin, figure centrali ma trattate in modo marginale. Questa scelta narrativa lascia ai giocatori molte domande senza risposta, in particolare sulle implicazioni del nuovo Albero Madre.

Elden Ring: Shadow of the Erdtree

Esplorare questa terra significa immergersi in un mondo di contrasti: dai vasti campi avvolti da nebbie spettrali alle cime frastagliate del Jagged Peak, ogni angolo sembra celare segreti. Le rovine di antiche civiltà e i cadaveri abbandonati di giganti caduti raccontano una storia silenziosa di distruzione e sacrificio. È un regno che non offre vie facili; anche il semplice orientamento è reso complesso dalla verticalità della mappa e dalla mancanza di percorsi evidenti.

Dal punto di vista narrativo, la scrittura è più diretta rispetto al gioco base. Numerosi NPC e oggetti forniscono dettagli espliciti, evitando che i giocatori debbano decifrare ogni indizio nascosto. Tuttavia, l’espansione rimane fedele alla sua natura criptica, lasciando margine per interpretazioni personali e ulteriori speculazioni.

In sintesi, il Land of Shadow non è solo un nuovo scenario, ma un luogo che riflette l’essenza stessa del viaggio del Senzaluce: una lotta incessante per la comprensione e la redenzione in un mondo intriso di oscurità.

Elden Ring: Shadow of the Erdtree

Gameplay e Difficoltà

Una delle prime cose che colpisce in Shadow of the Erdtree è l’approccio innovativo alla progressione. Oltre al sistema tradizionale basato sui livelli e sui potenziamenti delle armi, il DLC introduce due nuove meccaniche chiave: gli Scadutree Fragments e i Revered Spirit Ash Fragments. Gli Scadutree Fragments offrono un miglioramento temporaneo delle statistiche, aumentando il danno inflitto e riducendo quello subito esclusivamente nel Land of Shadow. Questi frammenti sono distribuiti lungo il percorso, spesso nascosti in zone che richiedono esplorazione attenta o il superamento di sfide impegnative. Analogamente, i Revered Spirit Ash Fragments potenziano gli spiriti evocati, rendendoli alleati ancora più preziosi nelle battaglie contro i temibili boss.

Midra

Il design delle sfide è magistrale e, per certi versi, brutale. I boss, sia principali che secondari, rappresentano un passo avanti rispetto al gioco base in termini di complessità e difficoltà. Uno degli scontri iniziali, il Blackgaol Knight, dà subito un assaggio del livello di sfida che attende il giocatore, con meccaniche di attacco rapide e un’aggressività spietata.

Tuttavia, è nei boss di metà e fine gioco che il DLC brilla davvero: combattimenti memorabili che richiedono non solo abilità, ma anche strategia e un’attenta gestione delle risorse. Il boss finale, pur essendo visivamente spettacolare e tecnicamente ambizioso, presenta alcuni problemi di leggibilità. Molte mosse risultano illeggibili al primo scontro, costringendo il giocatore a un metodo “trial-and-error” più marcato rispetto agli standard di FromSoftware.

Anche i nemici comuni non sono da meno. Il Land of Shadow è popolato da creature inquietanti e, spesso, letali, che combinano vecchie conoscenze, come i Fingercreepers, a nuovi orrori, come i possenti Forge Golems. La varietà di nemici garantisce che ogni area presenti una sfida unica, mantenendo alta la tensione e l’interesse del giocatore. I dungeon opzionali, come i Forges e le Pot Gaols, introducono meccaniche inedite e offrono una pausa dalla struttura classica dei Catacombs, aggiungendo un senso di novità all’esplorazione.

 

 

 

 

 

 

 

 

Verticalità e nuove build

Tra gli elementi che ho più apprezzato ci sono sicuramente la verticalità e l’interconnessione del level design. Molti percorsi non sono immediatamente visibili, richiedendo esplorazione approfondita e una buona dose di ingegno per navigare tra alture vertiginose e profondi burroni. Questa struttura non solo aumenta il senso di sfida, ma rende il mondo più vivo e complesso, invitando continuamente il giocatore a tornare sui propri passi per scoprire nuovi segreti.

Tuttavia, questa libertà di esplorazione può risultare disorientante, soprattutto nelle prime fasi, dove la mancanza di indicazioni chiare può far sentire il giocatore “perso”. Avrebbe sicuramente aiutato una differente gestione della mappa, magari consentendo una migliore vista dei “livelli”, un po’ come succedeva nel vanilla, in zone come il fiume Ainsel, Nokron, il Palazzo di Mohgwyn e le Deeproot Depths.

Shadow of the Erdtree, inoltre, introduce numerose novità che arricchiscono l’esperienza di gioco, ampliando il già vasto repertorio di possibilità offerto da Elden Ring. Tra le aggiunte più significative troviamo nuove categorie di armi, incantesimi e talismani, che offrono opzioni uniche e interessanti per sperimentare con le build. Ad esempio, le armi “smithscript” introducono una meccanica innovativa, consentendo di lanciare le armi a distanza con un ritorno automatico, aggiungendo una nuova dimensione al combattimento corpo a corpo.

In definitiva, il gameplay di Shadow of the Erdtree amplifica tutto ciò che rende speciale Elden Ring: sfide impegnative, gratificazione per l’esplorazione e un costante senso di scoperta. Ogni sconfitta è una lezione, e ogni vittoria un trionfo, ma alcune scelte di design, specialmente nei boss finali, mettono a dura prova la pazienza, spostando il divertimento verso un punto troppo avanzato dell’esperienza.

Design, Musica e Atmosfera

L’estetica di Shadow of the Erdtree raggiunge nuove vette, consolidando ulteriormente la maestria di FromSoftware nel creare mondi che sanno essere al contempo magnifici e terrificanti. Le Shadowlands sono una regione visivamente sbalorditiva, con paesaggi che alternano rovine dimenticate avvolte da nebbie spettrali, cime frastagliate come quelle del Jagged Peak, e distese di fiori luminescenti che sembrano pulsare di vita propria. Ogni area trasmette un senso di decadimento, amplificato dalla presenza opprimente dell’Albero Ombra (Scadutree), che domina l’orizzonte come una costante minaccia visiva.

jagged peak

Le ambientazioni, pur mantenendo uno stile coerente con il gioco base, introducono nuovi contrasti cromatici e dettagli che le rendono uniche. La palette di colori varia da toni cupi e soffocanti a esplosioni di luminosità surreale, come nel caso della Cerulean Coast, dove un mare di fiori blu sostituisce l’acqua ritiratasi.

Il sound design è un altro elemento che merita un plauso. I suoni ambientali, dai venti che soffiano tra le rovine alle grida lontane di nemici non visti, contribuiscono a creare un’atmosfera di costante tensione. La colonna sonora, già eccezionale nel gioco base, si arricchisce di nuovi temi che catturano perfettamente l’essenza delle Shadowlands: pezzi solenni e malinconici accompagnano l’esplorazione, mentre tracce più intense e dinamiche sottolineano i momenti di battaglia. Un esempio memorabile è il tema del boss finale (The Promised Consort), un crescendo orchestrale che amplifica la sensazione di trovarsi di fronte a una sfida monumentale.

Personalmente, ho trovato l’atmosfera del DLC incredibilmente coinvolgente. La combinazione di ambientazioni decadenti e una colonna sonora commovente ha reso ogni momento memorabile, anche quando la difficoltà dei boss o la complessità del level design mettevano alla prova la mia pazienza. Ogni passo nel Land of Shadow è stato un viaggio emotivo tanto quanto una sfida ludica.

Conclusioni e Alternative

Shadow of the Erdtree rappresenta un’espansione ambiziosa e intensa, che arricchisce ulteriormente l’universo di Elden Ring. Con un approccio visivo e narrativo che amplifica i temi di decadenza e redenzione del gioco base, il DLC offre un’esperienza memorabile per i fan di FromSoftware. Le Shadowlands sono un luogo straordinario, dove ogni angolo sembra celare segreti e storie dimenticate, mentre i boss e i nemici spingono al limite le abilità del giocatore.

Per chi ha apprezzato la difficoltà e la profondità del gioco base, Shadow of the Erdtree è una tappa obbligata. La sua combinazione di sfide estreme, ambientazioni opprimenti e una narrazione criptica soddisferà sicuramente i veterani dei Souls. Tuttavia, i nuovi arrivati o coloro che trovano frustrante il metodo “trial-and-error” potrebbero trovarlo troppo punitivo, specialmente nelle fasi avanzate.

In definitiva, Shadow of the Erdtree non è solo un’aggiunta al mondo di Elden Ring, ma una dimostrazione della capacità di FromSoftware di spingersi oltre i limiti del medium videoludico. Nonostante alcune imperfezioni, resta un’esperienza che ogni appassionato del genere dovrebbe vivere.

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