Reti cellulari, 5G e sanità. Nessun tumore secondo l'ISS
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Reti cellulari, 5G e sanità. Nessun tumore secondo l’ISS

Spesso parlando di innovazioni tecnologiche e di pericoli per la nostra salute non si fa altro che condividere il titolone allarmistico che fa notizia sulle grandi testate giornalistiche. Ma per parlare di salute e tecnologia non bisognerebbe alimentare le fake news, ma rivolgersi ai conoscitori della materia in esame, quali dottori, ricercatori, ingegneri e scienziati.

Il dibattito che è al centro dell’occhio del ciclone in questo momento è sicuramente il 5G. La nuova frontiera delle connessioni mobili promette ancora più velocità e soprattutto una bassissima latenza. Però si parla tanto del 5G non soltanto per l’alta velocità promessa, e neanche della bassa latenza che permette un vasto e migliorato utilizzo degli apparecchi IoT (Internet of Things), ma per il possibile danno alla salute che arrecherebbe. In alcuni comuni italiani è stato addirittura bandito e ne è stata vietata l’installazione. Ma su quali basi?

Reti cellulari, 5G e sanità. Nessun tumore secondo l'ISS
Reti cellulari, 5G e sanità. Nessun tumore secondo l’ISS | Evosmart.it

Il 5G è stato bandito in alcuni comuni italiani

Il primo comune italiano a vietarne l’installazione è stato Scanzano Jonico, in provincia di Matera. Attraverso l’ordinanza N°93 del 18/7/2019 è stata vietata sia la sperimentazione che l’installazione. Il motivo ufficiale è che il 5G arrecherebbe danni alla salute.

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Quali sono i motivi che, secondo i detrattori, comporterebbero danni alla nostra salute?

Tra i motivi ci sono i campi elettromagnetici a cui verremmo sottoposti. Per capirci, ogni dispositivo wireless che ci circonda emette campi elettromagnetici. La nostra smartband dotata di Bluetooth, il nostro router dotato di WiFi, il nostro smartphone con antenna 3G o 4G. Ma anche una basetta di ricarica wireless emette campi elettromagnetici. E persino l’NFC per i pagamenti. Ma il motivo per cui il 5G sarebbe molto più dannoso di un comune router casalingo o di un’antenna 4G è dato dalle radiofrequenze più elevate che implicano un maggior numero di ripetitori e antenne sul territorio.

A favore di questa tesi ci sono alcuni studi svolti dall’Istituto Ramazzini di Bologna attraverso il Centro di Ricerca sul Cancro Cesare Maltoni. Nonostante una gran parte della comunità scientifica sia decisamente scettica riguardo il modo in cui sono stati svolti gli studi e sull’effettiva dannosità del 5G, pare che il comune di Scanzano Jonico sia solo il primo di una serie di comuni a scegliere di prevenire al posto che curare.

Reti cellulari, 5G e sanità. Nessun tumore secondo l'ISS
Reti cellulari, 5G e sanità. Nessun tumore secondo l’ISS | Evosmart.it

Perchè il 5G non farebbe male all’uomo

Poi c’è chi è sicuro del contrario ovviamente. Secondo chi sta dalla parte opposta della barricata infatti, gli studi fatti dall’Istituto Ramazzini non implicano che il 5G sia dannoso per l’uomo in quanto lo studio ha sottoposto dei ratti all’esposizioni di reti 2G e 3G. Ma come si può capire non viene citato né il 4G né il 5G nello studio.

Altro dato a favore di chi smentisce lo studio, è quello che mette in evidenza il fatto che un cellulare non è in grado di generare potenze come quelle alle quali sono stati esposti i ratti.

Inoltre, dato che si parla di radiofrequenze dannose al nostro organismo, bisogna sapere che le frequenze utilizzate dal 5G hanno frequenze meno potenti di quelle del 4G. Infatti queste onde si fermerebbero a contatto della pelle umana restando in superficie.

E parlando più nello specifico di frequenze e bande utilizzate dalle reti 5G, c’è da sapere che dal 2022 verrà utilizzata di nuovo la frequenza da 700 MHz usata in passato dai televisori. E nel corso degli anni non è mai stata un rischio per la nostra salute.

Come ultimo punto a favore del 5G c’è chi mette sul piatto della bilancia le linee guida internazionali. Esse parlano di rischio cancerogeno rispetto all’uso massiccio e prolungato dei cellulari a contatto con la testa (insomma se si parla al telefono molto a lungo e senza auricolari) e non rispetto alla presenza delle antenne sul territorio. Il che potremmo dire che è un po’ come scoprire l’acqua calda…

Ma la notizia di oggi è un’altra. Secondo l’ISS i telefoni cellulari non provocherebbero tumori!

Iniziamo dall’ISS. Ovviamente non parliamo della Stazione Spaziale Internazionale, ma dell’Istituto Superiore di Sanità. Da uno studio condotto dal 1999 al 2017 (18 anni), è stato stilato il rapporto Istisan sull’esposizione a radiofrequenze e tumori.

Quello che emerge dallo studio è che nonostante un uso prolungato del telefono (telefonino classico o smartphone) per le chiamate vocali, anche per oltre 10 anni, non vi è alcun incremento il rischio di neoplasie maligne (glioma) o benigne (meningiomi, neuromi acustici, tumori dell’ipofisi o delle ghiandole salivari).

In parole povere significa che non c’è il rischio di “prendersi” un tumore usando il telefono cellulare chiamando con il cellulare all’orecchio.

Però lo stesso ISS non esclude che possano verificarsi tumori intracranici a più lenta crescita in un momento successivo. Questo perchè, in questo caso, purtroppo i dati dello studio sono insufficienti per effettuare valutazioni accurate. Ovviamente lo studio continuerà per avere risposte anche sugli ultimi interrogativi. Anche perchè un altro caso che deve ancora essere studiato a sufficienza sono gli effetti a lungo termine che può avere l’utilizzo prolungato dei telefoni cellulari sui soggetti che ne vengono a contatto dall’infanzia.

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