La famiglia Redmi è sicuramente la più venduta all’interno dei prodotti di Xiaomi e -probabilmente- anche in assoluto, insieme ai sempreverdi entry level di Samsung e ai sorprendenti Motorola. Piano piano Xiaomi ha cercato di portare Redmi anche nella fascia medio alta, con fortune alterne, soprattutto con i “Pro Plus” ed in particolare con l’ottimo Redmi Note 12 Pro+, che bilanciava molto bene qualità generale e street price. Il nuovo Redmi Note 14 Pro+ consentirà la consacrazione di Redmi in una fascia inusuale per il brand? Le ottime specifiche delle varianti cinesi e indiane saranno riproposte senza compromessi? Scopriamolo.
Unboxing
La confezione comprende:
- Il telefono
- Estrattore SIM
- Cavo USB
- Pellicola preapplicata
- Cover in silicone nero
Estetica e Materiali
Elegante, riconoscibile, originale ma non estremo: lo definirei così. La colorazione in nostro possesso (Frost Blue) è molto bella ed ha un retro in vetro (Gorilla Glass 7i), come la colorazione Black. La colorazione Lavender Purple è invece in ecopelle. Il frame è invece in plastica, lucido alle estremità destra e sinistra ed opaco nelle altre due. La doppia curvatura fronte retro offre un bel grip anche senza l’uso della cover (in dotazione una cover in silicone nero). Il bump delle fotocamere è molto grande, per dare una certa importanza (dopo tutto, ormai, la fotocamera è uno degli elementi più importanti per le necessità attuali, che piaccia o no) impreziosito da una bella zigrinatura laterale. L’insieme “regge” ed è davvero -d’impatto- un bel telefono, elegante ma al contempo solido. Presente anche la certificazione IP68.
Batteria e connettività
I primi rumors parlavano di una batteria da 6200 mAh: se date un’occhiata alle pagine del sito cinese e di quello indiano vedrete che effettivamente la capacità è quella, con ricarica a 90W. La versione global ha visto un incremento della velocità di ricarica (120W, con caricatore da acquistare a parte) ma la riduzione importante della capacità della batteria, che si ferma a 5110 mAh. L’autonomia è nella media, senza infamia né lode: non è un battery phone ed è evidente soprattutto con uso intenso, dove il consumo è un po’ elevato, garantendo la giornata lavorativa e poco più. Con uso moderato naturalmente tutto cambia: ad esempio io utilizzo durante la settimana il telefono la mattina, in pausa pranzo e la sera, per cui ovviamente è impossibile scaricarlo a fine giornata. Nel weekend, quando l’uso è più intenso, le cose cambiano. La batteria viene garantita per 1600 cicli di carica.
La connettività è invece molto buona: Xiaomi raramente toppa in questo e sia la ricezione che la rete dati si comportano in modo egregio. Ottimo lo switch tra le celle, la ripresa del segnale dopo essere entrati in zone non coperte ed è anche ottimo il Wi-Fi 6, stabilissimo e dalle ottime performance. Grazie a Hyper OS c’è anche un’interconnessione molto semplice e veloce con gli altri dispositivi della casa. Una garanzia. E’ ovviamente presente il chip NFC ed anche il supporto alla e-SIM.
Display, vibrazione, audio e sensori
Brutte notizie per chi non ama i display curvi, ma se questo non vi spaventa potete stare piuttosto tranquilli. La qualità del pannello è ottima, la luminosità pure e come sempre Hyper OS offre molte soluzioni per adeguare sia la resa del display che per proteggere la vista. Naturalmente il refresh è a 120 Hz ed abbiamo un PWM a 1920 Hz, che pur non rappresentando un record è un valore adeguato per non affaticare la vista con uso prolungato. I 3000 nit di picco sono adeguarti per l’uso anche in condizioni di forte illuminazione. Ho avuto qualche problema con la digitazione veloce con Gboard: ho sbagliato molto. Sicuramente è solo un problema di gioventù, risolvibile in via definitiva con un aggiornamento. Molto buona pure la vibrazione (apprezzo molto la scelta di Xiaomi di non trascurare la fascia media), integrata in modo perfetto su Hyper OS. L’audio stereo è molto buono e piuttosto bilanciato, cosa non scontata visto che spesso lo speaker condiviso con la capsula è meno performante. Ci sono due microfoni che offrono una soddisfacente qualità in chiamata, gli interlocutori mi hanno sempre sentito benissimo. A proposito di chiamate, il sensore di prossimità è ad ultrasuoni, il solito sensore che tanto ha fatto parlare di sé ma che ormai da almeno due anni non è più un problema. Il fingerprint -ottico- è veloce e preciso. C’è l’emettitore ad infrarossi.
Software e Performance
Redmi Note 14 Pro+ arriva sul mercato con Android 14 e Hyper OS 1: tenendo conto che la policy per questo smartphone è di tre major e un ulteriore anno di patch di sicurezza, è un peccato. Siccome non parliamo di uno smartphone economico, avere solo due major (perché di fatto è così) fa storcere un po’ il naso.
Hyper OS abbiamo imparato a conoscerla nel corso di questi mesi: un software che non ha ribaltato completamente il design della vecchia MIUI ma che sotto al cofano è stato completamente rivisto. Ormai sono mesi che utilizzo (anche) Hyper OS su altri dispositivi e non posso che esserne soddisfatto. La stabilità è ottima, le funzionalità sono numerose e l’interfaccia è bella da usare. Su questo smartphone non ci sono pubblicità invasive. Le app preinstallate sono tutte disinstallabili, ad esclusione ovviamente delle app di sistema di Hyper OS e i relativi servizi.
Non abbiamo ancora potuto testare tutte le funzioni AI, che saranno disponibili nella loro totalità tramite aggiornamento OTA il 31 gennaio: vi aggiorneremo al riguardo. Le funzionalità sono numerose:
- App Note: riepilogo AI, formattazione AI, correzione di bozze AI, traduttore AI
- App Galleria: espansione immagine AI, Gomma AI Pro, filmati AI
- Registratore: trascrizione da voce a testo, riconoscimento del parlante, generatore di riepiloghi, traduzione
- Sottotitoli AI: trascrizione in tempo reale e traduttore
- Interprete: traduttore in tempo reale durante conversazioni faccia a faccia, telefonate o riunioni
- Cerchia e cerca
Come potete ben capire, c’è molta carne al fuoco e non vediamo l’ora di provare tutte queste chicche.
Abbiamo menzionato la batteria come elemento diverso rispetto alla variante venduta in Cina e nel resto dell’Asia. Mentre il SoC è lo stesso (Snapdragon 7s Gen 3), nel nostro mercato si parte con 8 GB di RAM anziché 12 di tipo LPDDR4X. Lo storage è UFS 2.2 e non 3.1, altro aspetto non irrilevante. In Italia avremo due varianti: 8/256 e 12/512. Noi abbiamo in test la versione con 8 GB di RAM e 256 GB di storage. Le memorie UFS 2.2 non sono troppo veloci ed il gap con le UFS 3.1 pesa più del dovuto. Lo Snapdragon 7s è un buon SoC ma non spinge molto e l’esperienza non è delle più fluide. Non è uno smartphone lento, ma da uno smartphone che di listino sfiora i 500 euro ci si aspetta un comportamento più brillante. Con il tempo, durante l’uso, tende a migliorare. Ci succede spesso con i dispositivi di casa Xiaomi, che dopo alcune ore di utilizzo diventano molto più fluidi, anche nella fascia media. Questo miglioramento c’è stato anche sul Redmi Note 14 Pro+. Resta però la perplessità sulle memorie UFS 2.2.
Foto e Video
Il comparto fotografico è pure stato modificato con l’approdo in Europa: al posto del Light Fusion 800 da 50 MP abbiamo un main sensor da 200 MP, il Samsung HP3 già visto in casa Xiaomi che è ormai collaudato e affidabile. Le fotografie con la cam principale sono di ottimo livello, lo scatto non è sempre velocissimo (e qui entra probabilmente sempre in gioco il SoC) ma in generale gli scatti sono sempre belli sia nella resa colore che nel dettaglio. Pure la stabilizzazione ottica funziona bene. Il sensore è più grande rispetto al Light Fusion 800 (1/1.4″ vs 1/1.55″) ed è forse l’unico aspetto (almeno sulla carta) dove noi europei siamo stati “premiati”. I video sono buoni (si possono registrare a 30 fps in 4K con la principale), nessun problema sostanziale, solo di sera c’è un po’ di rumore e la stabilizzazione elettronica fatica un po’ di più. Ci sono diverse modalità creative, c’è la modalità Pro e si può scattare in RAW (un RAW “classico”, non multilayer). La ultrawide è una vecchia conoscenza: Sony IMX355 da 8 MP. Vorrei non vedere più questo sensore a certe cifre. E’ un sensore datato che mostra i segni dell’età. La tele 2.5x da 50 MP è stata rimossa per fare posto… ad una lente macro da 2 MP! Credo non ci sia da commentare oltre. La frontale è valida ed è a fuoco fisso. Anche in condizioni di luce non eccezionale tira fuori dei risultati più che sufficienti.
La galleria di Xiaomi è indiscutibilmente una delle migliori sia come funzionamento che per gli strumenti offerti. Come detto, a breve sarà arricchita con nuovi strumenti AI molto interessanti.
Galleria fotografica
Prezzo e Conclusioni
Redmi Note 14 Pro+ sarà disponibile, come anticipato, in due varianti: la versione 8+256GB costerà 499,90 €, mentre servono 50 € in più per la versione 12+512GB, che quindi costerà 549,90 €, salvo promo dell’ultima ora. No, non ci siamo. Non tanto per il prezzo cinese, sappiamo bene che tra tasse e maggiori costi del post vendita è impossibile avvicinarsi a quelle cifre, quanto per i “tagli” che sono stati fatti rispetto al progetto originario. Una batteria nettamente più piccola, un comparto fotografico inferiore, memorie lente, il tutto ad un prezzo molto alto. Xiaomi ci ha sempre abituati bene, con tutti e tre i brand, offrendo una scheda tecnica importante a prezzi bilanciati, nonostante i tanti aumenti. Redmi Note 14 Pro+ è un prodotto diverso da quello che ci aspettavamo, sicuramente non migliore, ed i 500 euro di listino richiesti sembrano una follia. Urge un ritocco del prezzo ed offerte succose per riconquistare la fiducia degli utenti.