Dopo aver recensito ed apprezzato sia Pixel 9 che Pixel 9 Pro XL, l’attesa per Pixel 9 Pro era aumentata a dismisura: la vostra e la nostra. Il motivo è presto detto: se si esclude Apple, nessun produttore Android ha avuto ad oggi la volontà di mettere in catalogo un compatto che fosse l’esatto specchio del proprio top di gamma, al netto -ovviamente- di dimensioni e batteria. Pixel 9 Pro sarà all’altezza delle nostre aspettative?
Unboxing
La confezione comprende:
- Il telefono
- Estrattore SIM
- Cavo USB
Estetica e Materiali
Essere, o non essere, uguale ad iPhone? Questo è il dilemma. La serie di critiche che molti hanno rivolto ai nuovi Pixel è l’aver scimmiottato Apple, ma è vero? Mi ricorda un po’ la questione della somiglianza (a livello di suoni) tra greco e spagnolo: due lingue completamente diverse ma con lo stesso flavour. E’ vero, ci sono dei punti di contatto: il posteriore in vetro satinato (bellissimo) è ispirato sicuramente ad iPhone 15 ed anche le linee del frame lo ricordano. Tuttavia sono molte anche le differenze, a partire dal bump delle fotocamere che -finalmente- anche se mantiene il feeling dei predecessori ha una propria armonia. Sì, Pixel 9 Pro è proprio bello da vedere, da toccare e da usare. Il frame è in alluminio, la costruzione impeccabile, frontalmente le cornici sono ridotte. Difficile chiedere di meglio. Le dimensioni sono relativamente contenute, il peso di poco inferiore ai 100 grammi ed è davvero comodo.
Batteria e connettività
Non è una novità che i nuovi Pixel abbiano risolto in modo evidente i vecchi problemi: lo abbiamo visto con Pixel 9 e Pixel 9 Pro XL, quindi Pixel 9 Pro non può che seguirne le gesta. Ormai chi ci segue da tempo ha capito che non amiamo particolarmente le statistiche sulle ore di schermo, semplicemente perché sono soggette a così tante variabili, anche ambientali, rendendo più che probabile il rischio di fuorviare l’utente. Personalmente faccio un uso abbasta eterogeneo dello smartphone: durante la settimana sono molto impegnato con il lavoro e non uso il telefono se non la mattina, la sera e durante la pausa pranzo, per cui difficilmente sono tornato a casa con meno del 70% di autonomia. Nel fine settimana le cose cambiano: esco, uso la fotocamera, tanto Android Auto (anche wireless) e tanti cambi cella. Pixel 9 Pro ha superato senza battere ciglio tutte queste sollecitazioni, portandomi praticamente sempre a sera anche usandolo molto. Non ci sono drain particolari anche in mobilità (situazione dove i predecessori invece talvolta faticavano). Non è diventato lo smartphone più efficiente del mondo, il Tensor necessita sicuramente ancora di lavoro, ma non è mai, dico mai un problema (con buona pace dei detrattori).
La batteria è da 4700 mAh e si ricarica del 50% in circa mezz’ora (poco meno in verità), ed in 70 minuti è completamente carico. La ricarica wireless è a soli 15W (45W la cablata). Non un campione di velocità, ma difficilmente questo sarà un reale problema.
Il Tensor è stato criticato anche nel modem, che sul G4 è comunque stato rinnovato e si vede. Anche il segnale telefonico è molto buono, l’ho usato con Vodafone nei più svariati ambiti ed è molto migliorato: nell’utilizzo di tutti i giorni ed anche in ambienti chiusi si è comportato in modo egregio, come nei cambi cella, senza i “buchi di segnale” che mi erano capitati ad esempio con Pixel 6. Quei tempi sono decisamente lontani. Non sarà un punto di riferimento, ma fa comunque meglio dell’iPhone 15 Pro Max che ho avuto fino a due mesi fa.
Il Wi-Fi 7, avendo un router Wi-Fi 6E, non l’ho potuto sfruttare appieno, ma ha ottime performance e ottima portata. Nessun problema con il bluetooth (ho anche utilizzato il GT5 sempre collegato senza alcuna disconnessione e senza indecisioni).
Display, vibrazione, audio e sensori
Rispetto a Pixel 9 (che ha le stesse dimensioni) ci sono alcune differenze tecniche sul display: su Pixel 9 Pro è LTPO (quindi con frequenza adattiva da 1 a 120 Hz) e la luminosità aumenta. Già Pixel 9 aveva un ottimo display, con Pixel 9 Pro l’azienda si è superata e ci regala un pannello ottimo sotto ogni punto di vista: luminosità, taratura del colore, digitizer perfetto. Le regolazioni software sul pannello consentite dalla Pixel UI sono limitate ed è forse l’unico piccolo appunto che posso fare ad uno dei migliori pannelli sul mercato. I contenuti in HDR si vedono bene e non ho trovato veri punti deboli. Il trattamento oleofobico del pannello è nella media.
Abbiamo parlato di un digitalizzatore praticamente perfetto: insieme ad una notevole precisione durante la digitazione e durante l’interazione col software, abbiamo uno dei marchi di fabbrica di Google, ossia il feedback aptico sempre eccezionale ed integrato al meglio nel sistema.
Pure i due speaker sono piacevoli: a differenza del Pixel 9, dove avevamo segnalato un volume non altissimo ed una qualità buona ma con una sensazione di incompiuto (soprattutto nella resa a volume medio-alto), su Pixel 9 Pro gli speaker non sembrano gli stessi ed hanno più pressione sonora e più corpo. Ottimi anche i microfoni sia in chiamata che in registrazione. Non sappiamo dove finisca la qualità del microfono e dove intervenga Google con il suo software così piacevolmente invasivo (nel senso buono del termine), ma alla fine contano i risultati.
La sensoristica è completa e quando dico completa mi riferisco alla presenza di due elementi che non sempre troviamo sugli smartphone anche costosi. In primis il barometro, in secondo luogo il termometro, che non sarà essenziale ma è un plus interessante e consente di misurare sia la temperatura corporea che la temperatura degli oggetti.
Pixel 9 Pro è certificato IP68 ed ha l’uscita video tramite porta type C. Il fingerprint ad ultrasuoni è molto molto buono, veloce e preciso anche con uno screen protector ed in condizioni di luce particolari (tutti ambiti in cui i predecessori andavano a volte in crisi.
Software e Performance
Come sapete i Pixel sono usciti con Android 14, ma sono stati prontamente aggiornati ad Android 15, che non porta particolari novità nel design (anzi, praticamente nulle), ma introduce alcune novità sulla privacy, come lo “Spazio Privato” (che già abbiamo visto su alcune UI di produttori cinesi) e protocolli di crittografia più avanzati per gli sblocchi biometrici. Più sostanza che estetica.
Pixel UI, l’interfaccia di Google, è una delle migliori sul mercato, a detta di chi scrive, che -badate bene- è un fan sfegatato di UI cinesissime come Origin OS, molto lontane dalla filosofia di Google. Però è impossibile non apprezzare il buon lavoro fatto da Big G nel rendere coerente (nei limiti di un OS ancora frammentato come Android) e semplice l’uso degli smartphone Android, con un’esperienza d’uso fluidissima, gradevole, priva di inconvenienti. E’ un software molto snello e forse anche troppo minimale per alcuni (la personalizzazione è abbastanza limitata) ma non si ha mai la sensazione che manchi qualcosa. Ed è un dettaglio non certo banale. I Pixel non sono più smartphone per appassionati o per sviluppatori, ma smartphone per tutti.
Google garantisce 7 anni di aggiornamenti anche su Pixel 9 Pro: sicuramente tanti, forse troppi, ma apprezzo molto il tentativo di rendere longevi anche gli smartphone Android. Ne riparliamo tra qualche anno: se riusciremo a mettere le mani di nuovo su un Pixel 9 Pro, sapremo dirvi come saranno le cose con l’uscita… di Android 21!
Tra le novità su cui Google ha posto l’accento c’è l’abbonamento gratuito per 12 mesi a Google One, con 2 TB di spazio e Gemini Advanced. Abbiamo già parlato sia in altre recensioni che in altri articoli delle funziionalità di intelligenza artificiale presenti sui Pixel e sarebbe sicuramente ridondante citarle ancora, ma è bene specificare cosa può offrire Gemini Advanced rispetto alla versione pensata per i “comuni mortali”: Gemini Advanced, rispetto a Gemini (che, ricordiamolo, ricorda molto da vicino competitors come Copilot e ChatGPT) sfrutta il nuovo modello Ultra 1.0 ed in più è maggiormente integrato nel sistema, essendo in grado di cercare ed elaborare informazioni anche all’interno delle app della Suite Google, come Gmail e Documenti per fare un esempio. Anche l’elaborazione delle informazioni è nettamente più veloce. Per molti utenti quindi non rappresenterà uno stravolgimento, ma si tratta in ogni caso di un Plus che Google ha voluto elargire agli utenti Pixel. C’è anche Gemini Live, con cui è possibile intavolare una conversazione credibile. Certo, non è la sola AI che per la maggior parte delle persone rappresenterà un vantaggio così potente da scoraggiare l’acquisto di tutto il resto dei prodotti, ma è una bella prova di forza da parte di Google, che ha forse compreso (per quanti ci sia tantissima strada da fare) a cosa debba servire la AI, che va ben oltre i disegnini tristissimi su un’immagine per far apparire una balena sulle spiagge di Rimini.
Ci sono anche diverse implementazioni dedicate alle foto di cui parleremo tra poco.
Le performance sono ottime: per un attimo tralasciamo la scheda tecnica, ma ci torneremo, promesso, senza nascondere la testa sotto la sabbia. Il telefono è sempre fluido, le applicazioni si aprono in un attimo, dà sempre l’idea di essere un telefono pronto all’uso qualsiasi cosa gli si chieda, al netto di benchmark, stress test e numeri, che se è vero che non mentono non è detto che dicano sempre la verità. E’ vero, è poco comprensibile la scelta di utilizzare memorie UFS 3.1 e partire da soli 128 GB, visto il prezzo di listino e non giustificheremo certo Google per questo. Non c’è nemmeno la certezza che ciò influisca nel prossimo futuro sul mantenimento delle performance, via via che le memorie avranno più cicli di lettura e scrittura. Non possiamo prevedere il futuro per cui possiamo solo limitarci a giudicare il presente, che vede Pixel 9 Pro uscire vincitore dal confronto con i meri numeri. Il Tensor G4 è pure poco potente? C’è forse da precisare che si tratta di un SoC sicuramente meno potente dei flagship della concorrenza, anche lato gaming, ma non è né un SoC lento né inadatto al gaming occasionale. Se siete gamer competitivi in generale sceglierete un altro smartphone, ma tutti gli altri possono stare più che tranquilli. Pixel 9 Pro non ha ostacoli nell’uso quotidiano, che è soddisfacente e appagante al pari degli altri top di gamma con specifiche più pompate.
Foto e Video
Il comparto fotografico è identico, in tutto e per tutto, anche nei minimi dettagli, a quello di Pixel 9 Pro XL, per cui per un approfondimento vi rimandiamo alla recensione del fratello maggiore.
In sintesi, Pixel si riconferma perfetto per il punta e scatta, grazie soprattutto agli algoritmi di Google e della sua Google Camera, che riescono, come si dice gergalmente, a “cavare il sangue dalle rape”, ottenendo risultati di livello anche senza utilizzare sensori estremi e senza instaurare collaborazioni prestigiose. Nel momento in cui si chiede di più ovviamente le lenti ed i sensori possono fare la differenza, ma nel punta e scatta il software è determinante. La ultrawide è pure nuova: non abbiamo dettagli sul sensore utilizzato, ma potrebbe essere il GN5 di Samsung (quello usato come main su molti Samsung della serie S), un sensore non enorme ma dalla buona resa, anche di sera. Lo zoom è 5x ed arriva in digitale a 30x (scelta saggia): ritengo infatti poco più che un mero esercizio di stile spingerci fino a 100x o 120x catturando sì dettagli lontanissimi e invisibili ad occhio nudo, ma poco usabili. A proposito di dettagli, c’è lo “zoom migliorato”, che si avvale del machine learning per rendere il dettaglio dello zoom più nitido, con risultati altalenanti. A prescindere da tutto però è qui il segreto di Google: ottima velocità di scatto, una resa costante a prescindere dalle condizioni di luce ed una semplicità invidiabile anche per l’utente meno smaliziato. Con i nuovi Pixel, poi, Google ha corretto quella tendenza ad esagerare nei contrasti, per cui le fotografie adesso sono decisamente più naturali. Non amo invece i ritratti (quelli realizzati con la funzionalità apposita), che trovo ancora troppo artificiosi. Molto bene anche la frontale, che ha autofocus ed è di buona qualità, così come i video (che si fermano al 4K, al netto dell’upscaling AI all’8K che però personalmente ritengo trascurabile. La stabilizzazione dei video è decisamente sopra la media. Lato creatività abbiamo “Aggiungimi” per clonare il soggetto in più punti dell’immagine: se ne può fare a meno. Come abbiamo scritto parlando di Pixel 9, l’editor delle immagini di Google è uno dei più completi in circolazione ed ancora di più lo è se abbiamo un Pixel: Google si conferma sia con la sua gomma magica sia con tutte le altre features (vedi la selezione intelligente dei soggetti o il miglioramento automatico dell’immagine, ma anche il Magic Editor che sfrutta la AI generativa) una delle migliori realtà nell’implementare la AI in ambito fotografico, in attesa che anche Apple si cimenti nella sfida. Non tutte queste funzioni sono disponibili direttamente: alcune richiedono l’accesso al cloud di Google.
Galleria fotografica
Prezzo e Conclusioni
Pixel 9 Pro parte da 1099 € ed attualmente non ci sono particolari offerte. Raccomandiamo di prendere almeno la versione da 256 GB (128 GB sono oggettivamente pochi). Il prezzo è alto, ma non così alto come potreste pensare. E’ vero, senza fare nomi ci sono ottimi competitor che offrono cashback, sconti, supervalutazioni e chi più ne ha più ne metta, ma non è detto che possano essere la migliore scelta per tutti. Non è detto comunque che non ci siano sconti o offerte particolari nel prossimo futuro. In questi giorni, ade esempio, su molte piattaforme (anche su Amazon) c’è uno sconto del 22%. Ma non vi fermate al prezzo o alla scheda tecnica, mai bugiarda come in questo caso. Pixel 9 Pro è un gioiellino veramente premium e molto completo, nonché uno dei pochi compatti senza rinunce: difficilmente vi deluderà.
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