Novità per Netflix. Secondo quanto condiviso online, la piattaforma streaming e pronta a dire addio al binge watching. Ma cos’è e di cosa si tratta? Ma, soprattutto, perché Netflix avrebbe deciso di dire addio a questo servizio? Scopriamolo insieme.
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Netflix e il binge watching
Prime di parlare sul futuro della funzionalità di Netflix, è bene fare un piccolo riferimento. Cos’è il binge watching? E a cosa serve? Secondo quanto affermato e dichiarato dalla stessa Netflix, “Per binge si intende completare almeno una stagione di una serie entro 7 giorni da quando si è iniziata la visione.”
Quando la piattaforma decise di introdurre questo suo servizio non decise di condividere le sue serie tv con cadenza settimanale ( come succede con gli altri siti streaming) ma tutte in una volta in modo da dare agli utenti la possibilità di avere maggiore scelta. Questa decisione fu presa da Netflix per poter “abbuffare” gli abbonati con contenuti streaming.
La decisione
Ora tutto potrebbe cambiare. Secondo alcuni analisti ed esperti, Netflix decidere di mettere fine al binge watching non rilasciando più le serie tv tutte in un solo colpo. Questa decisione potrebbe fare riferimento ai recenti dati registrati dedicati al calo di abbonati che porterebbe Netflix a riconsiderare alcune sue decisioni prese in passato.
Infatti, la piattaforma streaming potrebbe quindi decidere di rilasciare i suoi contenuti in un modo totalmente diverso. Basti pensare all’ultima stagione di Stranger Things che è stata condivisa in ben due parti a distanza di quasi venti giorni l’uno dall’altra. Secondo, però, quanto dichiarato dal co-CEO Ted Sarandos, questa decisione sarebbe stata presa a causa dei ritardi dovuti al Covid.
Una delle soluzioni della piattaforma potrebbe essere quello di rilasciare le puntate delle serie TV a cadenza settimanale poiché, come dichiarato dallo stesso Michael Pachter “con il modello attuale gli utenti sono portati ad abbonarsi per tre-sei mesi per fare il binge watching di alcune serie tv, per poi disabilitare l’abbonamento per altri tre-sei mesi”.
Via: smartworld